mercoledì 26 gennaio 2011

Ferrero: se supera questa crisi, Berlusconi non avrà più limiti

Paolo Ferrero, Segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista
su Liberazione del 23/01/2011
Siamo ad una svolta decisiva della vita politica del paese. Berlusconi a tutto pensa salvo che a mollare la poltrona, che per adesso gli ha garantito l’impunità, e si è lanciato in una campagna mediatica di riscrittura della realtà a 360 gradi. I poteri forti del paese – dal Vaticano alla Confindustria – prendono le distanze ma non hanno certo cambiato cavallo. Il principale partito di opposizione vede una tale coesistenza di proposte politiche al suo interno da rendere inefficace la sua azione.
Il rischio più forte è che la crisi politica si avviti su se stessa e che a trarne i vantaggi maggiori siano le proposte più estremiste. Da un lato la Lega Nord, che comincia a patire l’appoggio a Berlusconi, finalizza tutta la sua azione al federalismo fiscale e trova tragicamente orecchie attente tanto nel Pd quanto nei centristi. Parallelamente Marchionne, Federmeccanica e Confindustria stanno lavorando alacremente a smontare i contratti nazionali e a riscrivere la costituzione a partire dai rapporti di lavoro.
Per evitare che la situazione politica allarghi ulteriormente questa palude e produca nel paese un ulteriore elemento di demoralizzazione e di impotenza, è necessario un salto di qualità. Il No operaio a Mirafiori e Pomigliano, le lotte degli studenti e dei precari ci dicono che questo salto di qualità è possibile. Ci sono nel paese movimenti e soggettività da cui è possibile partire per cambiare registro. Ieri e oggi a Marghera ne abbiamo avuto la testimonianza in un importante momento di incontro e di dibattito. Si tratta allora di utilizzare le nostre forze in modo concentrato sui due obiettivi decisivi di questa fase.
In primo luogo la costruzione della scadenza del 28 gennaio come sciopero generalizzato. Si tratta di costruire una risposta generale all’offensiva di Marchionne che è un attacco generale contro il movimento dei lavoratori. Costruire il 28 come una giornata di lotta di massa contro Berlusconi e contro Marchionne, che a partire dai metalmeccanici coinvolga gli studenti, i precari, le altre categorie di lavoratori è un punto decisivo.
In secondo luogo lo sviluppo di una campagna di massa per la cacciata di Berlusconi e per le elezioni anticipate. E’ del tutto evidente che se Berlusconi riuscirà a restare in sella, l’offensiva per lo stravolgimento degli assetti costituzionali subirà una pesante accelerazione. Questa crisi per Berlusconi è come il delitto Matteotti per Mussolini: se la passa non avrà più vincoli. Per questo occorre costruire ogni forma di mobilitazione unitaria, dalla raccolta firme alle manifestazioni locali, con la parola d’ordine di mandare a casa Berlusconi.

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