Risultati del ricatto mafioso alla Fiat prevalgono i Si estorti sui No di 420 voti, tondi tondi quelli degli impiegati. Grande prova di dignità degli operai, grande coraggio, grande autonomia culturale e politica. Adesso la battaglia continua con una consapevolezza in più: i voti No sono espressione di una soggettività di tanti uomini e tante donne che non può essere delusa. Dobbiamo saperlo.
(Paolo Ferrero - Segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista)
Dichiarazione di Oliviero Diliberto, Portavoce nazionale della Federazione della Sinistra
I metalmeccanici di Mirafiori e la Fiom hanno fatto un vero miracolo. In un Paese imbarbarito dall’illegalità e dalla mancanza di principi, hanno dato a tutti una grande lezione di dignità. Se il si è riuscito a vincere, è stato grazie al ricatto che si è levato da ogni parte contro i lavoratori. Si può ora negare, facendosi scudo di un accordo indecente, la rappresentatività della Fiom? Di un’organizzazione che è riuscita a tenere, contro tutto e tutti, la metà dei lavoratori della fabbrica? E’ evidente che la lotta prosegue e sarebbe bene che Marchionne convocasse immediatamente un tavolo di trattativa, invitando anche la Fiom, e informando nel dettaglio di quello che vuol fare e della qualità e quantità degli investimenti.
Ma quel che più è apparso evidente è che questi lavoratori, quelli che hanno votato no e quelli che hanno votato sì per paura, pongono un problema di rappresentanza politica ampia, forte, rassicurante.
Avrebbe potuto farlo il Pd, ma non ha voluto o non ci è riuscito. A noi, alla Federazione della Sinistra ed a Sel, sta il compito di ricostruire una sinistra unitaria proprio a partire dai contenuti posti dalla Fiom nella sua lunga battaglia di Mirafiori.
I metalmeccanici di Mirafiori e la Fiom hanno fatto un vero miracolo. In un Paese imbarbarito dall’illegalità e dalla mancanza di principi, hanno dato a tutti una grande lezione di dignità. Se il si è riuscito a vincere, è stato grazie al ricatto che si è levato da ogni parte contro i lavoratori. Si può ora negare, facendosi scudo di un accordo indecente, la rappresentatività della Fiom? Di un’organizzazione che è riuscita a tenere, contro tutto e tutti, la metà dei lavoratori della fabbrica? E’ evidente che la lotta prosegue e sarebbe bene che Marchionne convocasse immediatamente un tavolo di trattativa, invitando anche la Fiom, e informando nel dettaglio di quello che vuol fare e della qualità e quantità degli investimenti.
Ma quel che più è apparso evidente è che questi lavoratori, quelli che hanno votato no e quelli che hanno votato sì per paura, pongono un problema di rappresentanza politica ampia, forte, rassicurante.
Avrebbe potuto farlo il Pd, ma non ha voluto o non ci è riuscito. A noi, alla Federazione della Sinistra ed a Sel, sta il compito di ricostruire una sinistra unitaria proprio a partire dai contenuti posti dalla Fiom nella sua lunga battaglia di Mirafiori.
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