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Spagnolatti, dopo aver trascorso qualche mese in carcere per la vicenda di Eventi Valtellinesi, dopo aver ottenuto gli arresti domiciliari e dopo aver, infine ottenuto il "semplice" obbligo di firma, adesso vorrebbe indietro proprio il suo posto di lavoro nella società di cui, secondo le accuse avrebbe abusato. Un po' come se uno sotto
processo per rapina volesse farsi assumere in banca...
Rivuole il suo posto di lavoro. Certo, non quello dal quale si è dimesso per cercare di alleviare la sua posizione dopo l'arresto del 15 giugno scorso. Non vuole, per intenderci, tornare a fare il manager di Eventi Valtellinesi, società che ha "gestito" in piena autonomia come fosse una sorta di "Bancomat personale" (questa almeno l'accusa mossa dalla procura della repubblica di Sondrio che lo ha indagato per peculato e truffa aggravata ai danni della Regione Lombardia), ma rivuole il posto come dipendente di quella srl che ha operato come "braccio armato" della Comunità montana di Morbegno. Luca Spagnolatti le idee le ha davvero chiare. Perché di tempo per pensarci su, dietro le sbarre prima - in quelle nove settimane di custodia cautelare a Monza - e poi nei mesi di arresti domiciliari, ne ha avuto parecchio. Lui si è dimesso dalla carica per accelerare la sua scarcerazione, del resto finché fosse rimasto direttore di Eventi, il pericolo di reiterazione del reato e dell'inquinamento delle prove sarebbe stato certamente elevato. Ma il "suo" posto non lo ha mai lasciato e così in pianta organica figurerebbe ancora come dipendente. Nessuno, del resto, lo ha mai licenziato. Nessuno gli ha mai notificato una lettera di richiamo, come di solito accade quando un dipendente finisce dietro le sbarre e l'ente intende avviare il procedimento di allontanamento, procedimento (per giusta causa) che in questo caso sarebbe stato più che giustificato visto che il lavoratore è accusato di reati che hanno leso il suo stesso datore facendo venir meno la fiducia nei suoi confronti. ![]() Bel pasticcio, insomma. Certo, c'è da chiedersi se la ragione prevale sull'opportunità, visto che Spagnolatti - come dicevamo prima - è finito nei guai per peculato e truffa proprio nei confronti della società per la quale vuole ora tornare a lavorare. Ma vediamo di ricostruire la vicenda. L'ex direttore ha affidato al suo avvocato - Giammarco Brenelli - di rappresentare le sue istanze ad Eventi. Il legale di lettere ne avrebbe scritte addirittura tre per chiedere che il suo cliente venga reintegrato nel posto di lavoro, stigmatizzando come - del resto - la società "Eventi valtellinesi" nulla ha fatto per interrompere quel rapporto di lavoro subordinato. Le missive sono giunte sul tavolo dell'ex amministratore delegato della srl, Mauro Monti, che le ha "girate" al legale della società: l'avvocato Maurizio Gerosa (che peraltro lavora gomito a gomito con Brenelli nella difesa di Passamonti e che si occupa pure di quella di Rebuzzi, altro indagato come ex assessore in Cm per uno degli episodi di truffa).Monti non se l'è quindi sentita di prendere una decisione autonoma, del resto il suo ruolo si è ridotto a quello di mero rappresentante dei soci di riferimento della società (Comunità montana e Comuni di Morbegno), visto che già nel marzo 2010 dopo aver annusato aria di bufera giudiziaria rassegnò le dimissioni da amministratore delegato, accettando di restare fino alla presentazione (ormai imminente) del bilancio preventivo della srl che - sempre in virtù di un parere legale - non fu affidata ad un amministratore straordinario, procedura che avrebbe chiamato in causa il Tribunale di Sondrio, ammettendo - di fatto - la natura pubblica della società, mentre invece la difesa di Passamonti e Spagnolatti da sempre sostiene che di srl privata si tratta. «Il problema sollevato da Spagnolatti - afferma Monti a cui abbiamo chiesto di spiegarci la vicenda - è squisitamente legale e quindi non posso che chiamarmi fuori. Posso però dire di averlo portato all'attenzione dell'assemblea dei soci nei giorni scorsi e l'assemblea ha deciso che le dimissioni rassegnate da Spagnolatti hanno valore anche per il rapporto di lavoro poiché ad Eventi era stato assunto con l'incarico di direttore. Non con altra mansione. Quindi il problema non si pone». ![]() Quel che è invece noto, è il "conto" che la Procura intende presentare a Spagnolatti per l'accusa di peculato (svariate decine di migliaia di euro). Accusa che secondo i suoi legali si ridurrebbe al valore di poco più di duemila euro, 2.245,90 per la precisione: 1.551,31 per cene varie (da suddividere con Passamonti; 450 per cravatte che l'ex manager e l'ex presidente di Cm avevano acquistato in una trasferta a Napoli) e 244 euro per tavolette di cioccolato e tagli di carne probabilmente destinate a una grigliata agostana. A queste somme vanno poi aggiunti 66000 euro («peraltro regolarmente indicati in contabilità e fatturati», sottolineano i suoi avvocati), derivanti dai famigerati premi di produzione, corrispondenti a più annualità di lavoro che Spagnolatti si era fatto liquidare oltre allo stipendio. Da duemila euro mensili. a.mars. a.marsetti@laprovincia.it | ||||||
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