lunedì 21 giugno 2010

ACQUA PUBBLICA O DELL'AZIENDA UNICA DI VALLE?

ACQUA PUBBLICA O DELL'AZIENDA UNICA DI VALLE?

La manifestazione del 27 di Giugno parrebbe proprio essere stata convocata dal leghista Sertori contro il suo stesso governo regionale e nazionale: un paradosso. Per cosa si protesterebbe? Per la nuova tassa sulle captazioni idroelettriche introdotta dal governo di Roma. Ma sulle captazioni c'erano già canoni e sovracanoni, ovvero un modo di per drenare risorse dalle aziende idroelettriche direttamente ai territori. La nuova tassa, invece, porta i soldi direttamente al livello nazionale: il federalismo all'incontrario! Complimenti alla Lega!

Ma questa manifestazione servirà anche a promuovere la costituzione dell'Azienda Unica di Valle, sulla Linea Sertori - ASM - SECAM - Molteni - A2A (ex AEM). A cosa serve l'azienda unica? A creare una gestione corporativa, e non pubblica!, dell'idroelettrico così come dei servizi idrici di base. Daltronde, lo stesso Sertori, nell'incontro con il compagno Emilio Moliniari a Ponte in Valtellina del 16 Marzo ha dichiarato di essere a favore delle leggi che privatizzano l'acqua (Decreto Ronchi), contro cui il Comitato Referendario ha già raccolto le firme per il referendum abrogativo. La situazione è questa: a parole Sertori è per l'acqua pubblica, nei fatti, è per l'acqua dell'Azienda Unica di Valle.

Giovani Comunisti Sondrio

mercoledì 16 giugno 2010

NO al ricatto di Pomigliano!


Quattro sindacati «complici» firmano il piano Fiat per Pomigliano, che elimina il diritto di sciopero. Per obbligare i lavoratori al «sì» l'azienda chiede un «referendum», martedì 22. La Fiom Cgil non si piega: accordo e votazione «irricevibili»
ROMA. Benvenuti negli anni 50. O forse anche peggio. C'è qualcosa di surreale, in viale dell'Astronomia, sede di Confindustria, mentre scendono le delegazioni sindacali che hanno accettato il «documento Fiat» sul futuro dello stabilimento di Pomigliano.
La pioggia afosa comincia a scendere convincendo i poliziotti a rifugiarsi sotto il portico, mentre davanti passeggiano le prostitute e le auto si fermano indifferenti. Solo la Fiom Cgil ha detto «no» a una proposta indecente che impone di scambiare diritti costituzionali e tutele legali in cambio di un'occupazione a ritmi di lavoro infernali. È toccato a Enzo Masini, responsabile del settore auto (il segretario generale, Maurizio Landini, non si era presentato all'incontro perché la Fiat aveva «invitato» la Fiom con la formula «per conoscenza») il compito di alzarsi dal tavolo mentre gli altri segretari di Fim Cisl, Uilm, Ugl e Fismic firmavano tutti i fogli del diktat padronale.
L'unico cambiamento «ottenuto» dai firmatari è esemplare: è stata aggiunta una «clausola di raffreddamento» per i casi in cui l'azienda riscontra una violazione dell'accordo da parte di un sindacato (art. 14). In quel caso si riunisce una «commissione paritetica di conciliazione» (azienda e sindacato) per risolvere il contenzioso; se entro sei giorni non «delibera» all'unanimità, l'azienda è libera di fare come meglio crede. Nulla è cambiato invece per la sanzione nei confronti dei singoli lavoratori, che restano «licenziabili» se l'azienda ritiene abbiano scioperato in violazione di questo accordo. È il punto che la Fiom - e alcuni costituzionalisti che si sono già espressi a caldo ieri - ritiene in contrasto con la Carta e quindi non sottoponibile né a una firma né a referendum. È infatti peggiorativo delle condizioni preesistenti.
Non si può dire che ai «complici» della Fiat questo punto sia invece sfuggito. Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, al momento di entrare nella sede aveva anticipato chiaramente che avrebbe firmato qualsiasi testo che può «ridurre anche i diritti, ma mantiene in piedi una fabbrica». L'altro punto contestato è invece semplicemente «illegale». Il Lingotto pretende di non pagare più a tutti i dipendenti i periodi di malattia, qualora il tasso di assenteismo risulti superiore a una «media».
La Fiat, per sbloccare davvero l'investimento, non si accontenta comunque della firma apposta ieri. Vuole un «referendum» tra i dipendenti che «approvi» il suo documento. Mercoledì 22 i lavoratori di Pomigliano verranno dunque sollecitati a dire se vogliono essere licenziati oppure lavorare senza fiatare («come orologi svizzeri», aveva detto Sergio Marchionne appena due giorni prima). Messa così - «con una pistola alla tempia» - l'esito appare scontato.
«È un ricatto, non un referendum» spiega Landini. E in ogni caso «è illegittimo, perché non si possono mettere al voto deroghe alla Costituzione». «Singolare - aggiunge poi - che Fim e Uilm abbiano firmato un contratto separato con Federmeccanica appena sei mesi fa senza sottoporlo a referendum; ora, perché lo chiede la Fiat, lo accettano per derogare al loro stesso contratto». Oggi a Pomigliano ci sarà un'assemblea di iscritti e simpatizzanti Fiom per decidere il da farsi. Il no della Fiom, aggiunge, «significa che non accettiamo il principio che per investire in Italia bisogna derogare dalle leggi»; è un messaggio in «difesa dei lavoratori di Pomigliano, ma che arriva subito a tutti i lavoratori italiani». Una ragione in più, in definitiva, «per lo sciopero generale di 8 ore del 25 giugno).
Siamo agli anni '50 perché le aziende - Fiat in testa, oggi come allora - pretendono di riprendersi il diritto di licenziare ad libitum, cominciando naturalmente dai delegati «non complici». Ma è anche peggio, si diceva, perché nemmeno negli anni '50 si era tentato di metter mano - con un accordo di stabilimento! - a un diritto costituzionale individuale. Sarà un futuro difficile, ma con il suo «no» la Fiom mantiene in campo un soggetto sindacale autonomo. Ed era probabilmente questo uno degli obiettivi non secondari della «spallata» Fiat.

martedì 15 giugno 2010

La casta padana: in manette

La guardia di Finanza di Sondrio ha dato esecuzione questa notte a varie ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip di Sondrio, a carico di sette personalità del mondo amministrativo pubblico locale.
Ecco nella nota diffusa alle Fiamme Gialle, l'esito dell'operazione che ha coinvoltopersone ritenute responsabili a vario titolo di concussione, peculato e truffa aggravata ai danni della Regione Lombardia.
Quattro dei destinatari dei provvedimenti saranno ristretti presso le casecircondariali di Como e Monza mentre tre degli arrestati saranno ricondotti nelle loro abitazioni, dopo i foto segnalamenti di rito e il prelievo delle impronte digitali.


Il provvedimento cautelare emesso dalla Magistratura valtellinese - si legge nella nota diffusa dalle Fiamme Gialle - costituisce un momento di una più vasta inchiesta concernente i reati di peculato, truffa aggravata ai danni della Regione Lombardia e concussione di decine di proprietari terrieri di Cercino costretti a cedere ampiappezzamenti di terreno a prezzi stracciati rispetto al loro valore reale, sotto minaccia di un esproprio pubblico che avrebbe comportato l’erogazione di somme ancora più basse. L’insieme dei terreni, assommanti a circa 7 ettari, è stato poi acquisito da un importante gruppo imprenditoriale di Lecco che vi ha realizzato uno grosso stabilimento che ha una superficie di circa 18 mila metri quadrati. Il tutto ha preso le mosse da una vecchia indagine dell’ufficio giudiziario valtellinese e quindi da situazioni inerenti turbative d’aste relative ad appalti pubblici, di cui il Nucleo di Polizia Tributaria di Sondrio si era già occupato. Il relativo stralcio d’indagine ha comportato l’esecuzione di un’approfondita indagine di Polizia Economico Finanziaria, che ha vagliato in profondità il contenuto di numerosi atti eprovvedimenti adottati dalla Comunità Montana di Morbegno e della contabilità di una società da quest’ultima controllata, la Eventi Valtrellinesi srl che è da considerare “società pubblica” a tutti gli effetti.
Eventi Valtellinesi è stata definita dal GIP come una società “Bancomat” destinata a soddisfare le esigenze private di taluno degli arrestati, in particolare dell’attuale Presidente della Comunità Montana di Morbegno e di un ex assessore alla Protezione Civile della Comunità Montana di Sondrio, nonché amministratore della Eventi.
I due, coadiuvati da numerosi dipendenti della Comunità Montana morbegnese che hanno realizzato diverse condotte illecite, hanno utilizzato i fondi pervenuti all’EventiValtellinesi per le finalità più varie, ma tutte dirette a drenare liquidità monetarie. Sono state così prelevate somme per decine di migliaia di euro motivandole quale “premio produzione”, nonostante la società sia stata costantemente in precaria situazione finanziaria. Sono state aperte polizze assicurative vita e infortuni, pagate con i soldi della società, ma di cui sono stati nominati beneficiari le due persone citate.
Per mezzo di carte di credito e bancomat dell’Eeventi - prosegue la nota della Guardia di Finanza - sono state pagate numerosissime cene ad amici e parenti sia in Valle sia sul lago di Garda; a Napoli, sono state acquistate cravatte Marinella, sono stati pagati “viaggi turistici” a Innsbruck, soggiorni in alberghi vari, acquisto di cioccolato svizzero e cesti natalizi. EventiValtellinesi è stata utilizzata come soggetto che ha permesso di far emettere fatture per operazioni inesistenti da presentare alla Regione Lombardia per ottenere rimborsi e contributi pubblici per centinaia di migliaia di euro. Così, sono state “gonfiate” le spese permanifestazioni celebrative della Protezione Civile che si sono svolte a Morbegno nel 2007.
Poi, nella contabilità della società sono state rinvenute tracce di flussi finanziari riconducibiliad una società creata ad hoc per produrre studi in vista di un fantomatico progetto finalizzato all’installazione d’impianti eolici su Passo San Marco.
Detta società è stata costituita con l’utilizzo di prestanome, ma con soldi personalmenteerogati dal presidente della Comunità Montana Morbegnese. Le fatturazioni degli studi, in realtà inesistenti, hanno permesso l’incasso di circa 50mila euro cui ha fatto seguito un veloce prelievo in contanti e la chiusura della impresa. Poiché l’erogatore di quest’ultima somma era un importante gruppo d’imprese lecchese, gli accertamenti si orientavano nell’accertare la vera natura dei rapporti sottostanti la dazione di denaro. Risultava che lo stesso gruppo d’imprese - cita la nota delle Fiamme Gialle - aveva offerto una breve vacanza a Dubai alle predette persone che vi si recavano nel febbraio 2008. Questi, però, beneficiavano anche di regalie concernenti orologi di grande marca e d’elevato valore. Contestualmente, era individuata una congerie d’illeciti commessi dallo stesso Presidente della Comunità Montana, insieme all’attuale direttore generale della medesima Comunità, all’ex sindaco di Cercino, al segretario del medesimo Comune e a consiglieri della passata maggioranza. In sostanza, erano commessi una serie di falsi che permetteva da un lato di modificare il P.I.P (Piano Insediamenti Produttivi) comunale e dall’altro d’eseguire gravi pressioni nei confronti di proprietari di appezzamenti di terra che erano avvicinati sia dal predetto Presidente sia dal Direttore Generale della Comunità Montana sia dall’oggi ex Sindaco di Cercino sia da altri. Sotto la minaccia di esproprio, detti proprietari sono stati costretti a vendere la loro terra a un prezzo di 11 euro al metro quadro. Questa, poi, era invece valutata dalla “Commissione per gli espropri” a un prezzo di 50 euro al metro quadrato. 21, i proprietari costretti alla vendita. Uno di questi ha raccontato agli inquirenti di essersi sentito come se “qualcuno fosse venuto con la pistola a minacciarmi di vendere”.


martedì 1 giugno 2010

Prc Sondrio: L'attacco israeliano contro navi pacifiste è un atto criminale


PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA
FEDERAZIONE DI SONDRIO
L'Attacco israeliano contro navi pacifiste è un atto criminale. Basta ipocrisie. Sanzioni contro Israele.
L'aggressione israeliana contro la nave di pacifisti diretta a Gaza rappresenta un atto criminale. Un atto di terrorismo di stato, che non può rimanere senza conseguenze. Chiediamo l'immediata sospensione di ogni trattato di cooperazione economica, commerciale e militare, del nostro paese come dell'Unione Europea, nei confronti di Israele. Si prendano decisioni nette in sede internazionale di condanna e di sanzioni nei confronti di Israele. Si esiga l'immediata revoca del blocco della striscia di Gaza. Basta con la intollerabile politica dei due pesi e delle due misure che ha garantito ad oggi al governo israliano la totale immunità nonostante una politica di guerra e oltranzista che ha reso vano ogni tentativo di accordo negoziale per la soluzione del conflitto israelo-palestinese. Rifondazione Comunista si impegna nelle prossime ore a mobilitarsi in questo senso e nell'esprimere il proprio cordoglio per le vittime del brutale massacro, ribadisce il proprio pieno sostegno e appoggio alle azioni del movimento pacifista e di solidarietà internazionale, come il free gaza movement, che attraverso l'invio di navi aveva l'obiettivo di denunciare al mondo l'immorale e infame assedio a cui è sottoposta la popolazione civile di Gaza.


Massimo Libera
Segretario PRC Federazione di Sondrio
Sondrio 31 maggio 2010

Lettori fissi