domenica 28 febbraio 2010

Il listino di Agnoletto

I CANDIDATI DELLA LISTA REGIONALE (LISTA DEL CANDIDATO PRESIDENTE)

La legge per le elezioni regionali è particolarmente complessa e farraginosa. Qui non è il caso di perdersi nei suoi meandri. Semplificando per approssimazione, la "lista del presidente", detta anche "listino", contiene i candidati che verranno eletti se il capolista (che automaticamente è anche il candidato presidente) vince le elezioni. Altrimenti rimangono fuori, a meno che non siano presenti nelle liste provinciali, e vengano eletti lì. Abbiamo un listino che fa invidia a molti, da Dario Fo a Franca Rame, da Moni Ovadia a Paolo Rossi, da Margherita Hack all'architetto Luca Mangoni, meglio conosciuto come il Supergiovane degli Elio e le Storie Tese.
Il nostro candidato presidente è Vittorio Agnoletto.

Questa la lista completa:


1 Agnoletto Vittorio Emanuele Milano 06-03-1958

2 Fo Dario Luigi Angelo Sangiano (Va) 24-03-1926

3 Rame Franca Pia Parabiago (Mi) 18-07-1929

4 Ovadia Salomone detto Moni Plovdiv(Bulgaria) 16-04-1946

5 Hack Margherita Firenze 12-06-1922

6 Rossi Paolo Monfalcone 22-06-1953

7 Albanese Ottavia Molfetta(Ba) 03-08-1940

8 Molinari Emilio Milano 12-11-1939

9 Villa Celestina Cremona 13-09-1955

10 Mangoni Luca detto Supergiovane Milano 26- 03-1961

11 Fazio Luca Milano 07- 03-1965

12 Consolati Maruska Brescia 03-05-1987

13 Serafini Sergio Bologna 28-08-1945

14 Cortinovis Morgan Seriate (BG) 02-11-1973

15 Gaddi Matteo Mantova 18-08-1975

16 Eriano Giuseppe Melegnano 02-07-1951

venerdì 26 febbraio 2010

La sanità di Formigoni




Versione PDF: http://www.prclombardia.it/wp-content/uploads/2010/02/sanita_basta.pdf

mercoledì 24 febbraio 2010

UNA SOLUZIONE PER I LAVORATORI LICENZIATI: PAGHINO LE AZIENDE IDROELETTRICHE

DAI 350 OCCUPATI AGLI ATTUALI 70: OCCORRE UN RISARCIMENTO PER IL NOSTRO TERRITORIO; UN POLO DI RICERCA E SVILUPPO SULLE ENERGIE ECOCOMPATIBILI

Il recente annuncio della cessazione dell'attività dello stabilimento Grc di Gordona conferma la gravità della crisi in atto. Nonostante i proclami inconcludenti del nostro Governo sono ancora i lavoratori a dover pagare le conseguenze di questa indigestione della finanza internazionale.
Ora però occorre che la politica dia delle risposte concrete a questi lavoratori ed alle loro famiglie. Non ci si può nascondere dietro slogan o frasi fatte: le maestranze devono pretendere una soluzione duratura ai loro problemi.

Intanto riteniamo necessario aprire un tavolo di confronto istituzionale come opportunamente richiesto dalle organizzazioni sindacali; ma non basta.

Noi crediamo sia giunto il momento che amministratori e forze politiche della Valchiavenna abbiano finalmente un soprassalto di dignità . Nella nostra Valle si producono enormi quantità di energia idroelettrica; fino a pochi anni fa le aziende del settore occupavano direttamente qualcosa come oltre 350 lavoratori, ridotti oggi a una settantina.E' una bestemmmia se la nostra Valle pretende un almeno parziale RISARCIMENTO?

Dobbiamo chiedere ad Edipower-A2A almeno 300 posti di lavoro o equivalente in finanziamenti.Posti veri e non un ennesimo carrozzone clientelare gestito dai leghisti-sfascisti di turno. Crediamo opportuno, credibile e serio che i nostri amministratori aprano un tavolo di confronto con le aziende idroelettriche ivi operanti per creare un polo di eccellenza pubblico-privato in Valchiavenna, dove sviluppare tecnologie ecocompatibili,magari in collaborazione con le amministrazioni comunali di Milano e Brescia che da A2A beneficiano di lauti finanziamenti (300 milioni di euro nel 2009).Altro che Alta scuola di cucina e amenità del genere.

Tra l'altro, il famigerato decreto Bersani che nel '99 cedeva la centrale di Mese, prevedeva esplicitamente il mantenimento occupazionale di almeno 133 unità; nessuno l'ha mai fatto rispettare.

Subito si deve aprire una grande vertenza di Valle; alle balle della Lega ladrona ormai non crede più nessuno. I soldi vanno presi là dove ci sono, non rubati ai nostri frontalieri.
Sindacato, amministratori locali, partiti, hanno il dovere di intraprendere questa difficile strada; è l'unica risposta possibile, se non vogliamo ipotecare il futuro dei nostri figli.

Partito della Rifondazione Comunista-Fed. della Sinistra

martedì 23 febbraio 2010

Sostiene Sozzani...

"Non siamo riusciti a fare una casa comune - ha ricordato Sozzani - perché qualcuno ha privilegiato gli stendardi, i simboli e gli acronimi che poi sono anacronismi."

Così sostiene Sozzani, a nome di Sinistra Ecologia e Libertà, presentando insieme a Carlo Ruina il candidato (brianzolo) Gianni Confalonieri (vedi La Provincia di Sondrio di Giovedì scorso)
Evidentemente Sozzani s'è perso qualche passaggio, come quello in cui Penati ha liquidato la Federazione della Sinistra dicendo che «gli obiettivi sono diversi e non è praticabile un accordo programmatico ».

Legittimo divergere sui programmi e quindi non allearsi.
Illegittimo invece nascondersi e non prendersi le proprie responsabilità. Semplicemente disonesto ripetere a pappagallo le baggianate sui simboli, gli stendardi e gli acronomi.

Sinistra Ecologia e Libertà spieghi piuttosto perchè non riesce a trovare un candidato della Provincia, sarà forse perchè non hanno portato il becco fuori dalle loro stanze in oltre un anno di vita?
Chissà...

venerdì 19 febbraio 2010

La Dote Scuola di Formigoni. Per i privati

Cosa direste se qualcuno vi raccontasse che una Regione destina in via
esclusiva l’80% dei suoi fondi per il diritto allo studio ai soli studenti della
scuola privata, che rappresentano soltanto il 9% della popolazione scolastica
regionale? E se aggiungesse che questo è accaduto non soltanto
ieri, ma che continua ad accadere tranquillamente anche oggi, quando
le scuole pubbliche, frequentate dal 91% degli studenti, subiscono il più
vasto taglio alle risorse della storia repubblicana? E se, infine, vi dicesse
addirittura che, con supremo spregio per la situazione di crisi, vengono
elargiti sussidi pubblici anche a chi dichiara al fisco 200mila euro di reddito
e risiede nelle zone più prestigiose e costose delle nostre città?
Probabilmente pensereste di essere di fronte ad un racconto di fantapolitica
o, al massimo, a una storia che riguarda una Regione che non è
la vostra. Invece sbagliereste, perché tutte queste cose accadono davvero,
proprio qui in Lombardia, nella Regione governata dal leader di
Comunione e Liberazione, Roberto Formigoni (da 15 anni), in alleanza
con la Lega Nord (da 10 anni).
Non ci credete? Allora, a maggior ragione, continuate la lettura del presente
dossier, perché avete tra le mani l’unico rapporto di minoranza
esistente sul finanziamento pubblico alla scuola privata in Lombardia.

Dossier scaricabile all'indirizzo: http://www.prclombardia.it/wp-content/uploads/2009/12/Dote-scuola_2009.pdf

mercoledì 10 febbraio 2010

Prima di tutti, i nostri (amici)

SONDRIO Sei pagine di notifica, dieci avvisi di garanzia. Nomi già noti - Passamonti, Rebai, Conforti, Ferrario, Crosio, Trivella, Pasini e Bianchi - e due
"new entry": i tecnici Gusmeroli e Succetti. Per tutti la Procura della repubblica di Sondrio si appresta a chiedere il rinvio a giudizio dopo la chiusura delle indagini preliminari. Agli indagati restano 20 giorni di tempo per depositare memorie, produrre documenti, e chiedere al pm di compiere ulteriori indagini, ma anche di rilasciare nuove dichiarazioni o sottoporsi a un nuovo interrogatorio.
Insomma: ci siamo.
Sull’annosa e tortuosa vicenda dell’appalto della strada di Bema che risale nientemeno che al 2007 la giustizia è pronta a fare chiarezza.

L’INCHIESTA

E’ la tranche più piccola della maxi inchiesta che da due anni ormai sta tenendo banco in Valtellina e per la quale illustri nomi della politica e dell’imprenditoria locale sono finiti nel mirino della magistratura e in pasto alla stampa. Ma è anche la prima inchiesta avviata: quella da cui - a macchia d’olio e di leopardo – hanno preso il la altri "filoni", tuttora al vaglio degli inquirenti. Dagli appalti in Val Pola, alla statale 38, per non parlare della vicenda Galperti (i capannoni in
Bassa Valle) e delle società che ruotano attorno all’asse Comunità montana di Morbegno-Polo fieristico, che nelle ultime settimane hanno registrato un’impennata di perquisizioni e accertamenti.
E non è detto che questo - se si vuole – minusco lo stralcio, alla fine non venga riunito nel maxi fascicolo che dovrebbe sfociare - se tanto mi dà tanto - in un maxi processo.
Ma andiamo per gradi e torniamo allo "stralcio" di Bema.

GLI INDAGATI

Prima di parlare di ipotesi di reato bene fare luce sui soggetti che rischiano di finire a processo:
Silvano Passamonti, ex sindaco di Bema e attuale presidente della Comunità montana di
Morbegno;
Jonny Crosio, attuale parlamentare della Lega Nord, all’epoca dei fatti assessore alla "piccola" viabilità della Provincia di Sondrio;

auro Ferrario, ex segretario provinciale della Lega Nord e procuratore speciale e co-titolare della ditta Valena Costruzioni srl, società che oncorse insieme all’Accisa Spa (collegata alla Com.Er spa di Luigi Rebai , pure lui indagato)e per la quale risulta nei guai il suo titolare: Lorenzo Pasini , classe ’61, residente a Prata Camportaccio.
Tra gli indagati anche un altro impresario edile: Guglielmo Trivella - classe ’69, originario di Postalesio ma residente a Sondrio -, legale rappresentante della Tmg scavi, che a quella gara di appalto per Bema partecipò in associazione temporanea di imprese con la Vidoni spa.
E poi ci sono Fermino Conforti, (dubinese, classe 1956) in quell’anno tecnico comunale del comune di Bema, nominato Rup, ovvero responsabile unico del procedimento e presidente della commissione di gara d’appalto; Angelo Bianchi, - del ’63, milanese - funzionario regionale del Provveditorato alle opere pubbliche, chiamato a far parte della seconda e ulteriore commissione voluta da Comune di Bema e Provincia per l’appalto in questione; Giuseppe Succetti – chiavennasco, del ’66 , ma residente a Morbegno -, all’epoca ingegnere della Cm di Morbegno e membro della commissione di gara e come tale a conoscenza di dati "sensibili" e coperti da segreto.
E infine Franco Gusmeroli (del ’53, di Morbegno), all’epoca segretario comunale di Bema e segretario della commissione della gara d’appalto.
In sintesi: dieci avvisi di garanzia tra amministratori comunali (Passamonti) e provinciali (Crosio), funzionari regionali (Bianchi), comunali (Gusmeroli), tecnici a vario titolo (Succetti e Conforti) e imprenditori edili: Ferrario, Rebai e Pasini per la cordata Valena-Accisa-Com.Er e Trivella per l’altra: Tmg Scavi srl-Vidoni spa. Per dovere di cronaca, ricordiamo che quell’appalto da quasi 5 milioni di euro per "i lavori concernenti la frana di Bema, consolidamento dei versanti e realizzazione delle infrastrutture viarie per il collegamento del paese con il fondovalle" (ci fu una frana che isolò il paese, nda) non fu vinto da nessuna delle due cordate "indagate", ma da una terza (la Quadrio-Grolli), contro la quale Valena ricorse e vinse pure al Tar (ora si è in attesa della decisione del Consiglio di Stato).

LE IPOTESI DI REATO

A tutti gli indagati - tutti tratte il Succetti (membro della commissione aggiudicatrice della gara
che - come poi vedremo – secondo il pm favorì la Tmg scavi srl) viene contestata la "turbativa aggravata d’asta".
In pratica, gli indagati avrebbero concorso - in vario modo e a vario titolo - a taroccare la regolare procedura di gara per favorire una delle cordate partecipanti: la Accisa-Valena-Com.Er.
Il fatto che poi queste imprese non abbiano di fatto vinto l’appalto lascia presupporre che la mente che ha partorito il disegno criminoso non sia riuscita a portarlo a compimento. Ma forse non è proprio così.
Quel che è certo è che questa è una vicenda complicata che vede un piccolo comune - Bema - alle prese con un grande appalto, e che - per "pilotarlo" - ha richiesto
non una ma bensì due commissioni. La seconda fu istituita su indicazione di Rebai-Ferrario-Pasini, inserendo un funzionario regionale "amico": il Bianchi.
A tutti loro viene così contestata la corruzione. In pratica i tre imprenditori avrebbero "convinto" il Bianchi ad esprimersi favorevolmente per il gruppo capeggiato dalla Valena. Non solo. Bianchi avrebbe fatto in modo di evidenziare anomalie nell’offerta per escludere dalla gara la terza cordata: quella di Quadrio-Grolli (che si è poi aggiudicata i lavori). E per essere convincenti gli avrebbero dato - in contanti - 20mila euro. Della mazzetta si parlano al telefono Ferrario e Rebai (intercettati)ma è lo stesso titolare della Valena a confermare l’episodio sotto interrogatorio. Quel che è certo è che il progetto della Valena risultava migliore rispetto ad altri per alcuni parametri, ma non per tutti. E per vincere la gara serviva maggiore punteggio...

L’ASSESSORE CROSIO

Qui, apriamo una parentesi che riguarda l’onorevole Crosio.
Stando al pm Stefano Latorre, il deputato valtellinese avrebbe inserito nella seconda commissione
di gara - come detto – il funzionario regionale Bianchi definendolo un "tecnico indipendente" quando invece era chiaro che era uomo di fiducia del Rebai e del Ferrario.


L’ALTRA CORDATA

Anche la Tmg, però, era più che mai intenzionata ad accaparrarsi quel lavoro. E - stando alla procura - il Trivella si sarebbe "lavorato" sia l’ingegner Succetti che il geometra Gusmeroli. Ai due tecnici - infatti - viene contestata la rivelazione di notizie d’ufficio circa i punteggi assegnati nella seduta per la graduatoria sull’offerta tecnica. Gusmeroli (segretario della commissione di gara) li avrebbe detti a Passamonti, Succetti si sarebbe invece confidato direttamente con
l’imprenditore Trivella.
Ecco perché anche al Succetti (la cui posizione è aggravata dal fatto che svolgeva un ruolo di pubblico ufficiale all’interno della commissione di gara) e al Trivella viene contestato - come agli altri - il concorso in turbativa d’asta. Il membro della commissione di gara (Succetti) telefonò al Trivella per raccontargli della seduta segreta in cui furono stabilite le graduatorie delle offerte, in questo modo il Trivella venne a sapere come stavano messi gli altri concorrenti e quali i punti deboli delle altre offerte. Secondo l’accusa, inoltre, Succetti fece in modo di assegnare un punteggio più alto del dovuto al progetto del Trivella.

PASSAMONTI

E in tutto questo, Passamonti? Se è vero che il presidente della Cm non faceva parte della commissione di gara, è anche vero che per gli inquirenti è ritenuto il "dominus" della situazione (e forse non a caso nelle intercettazioni c’è chi lo chiama "premier minore"), colui che - insomma - ha condizionato in tutto e per tutto le scelte, a cominciare proprio dai componenti della commissione aggiudicatrice. Per questo motivo fu contattato direttamente dall’assessore provinciale Crosio (su richiesta di Rebai, Ferrario e Pasini) affinché non si opponesse alla costituzione di quella seconda commissione (addomesticata), voluta per giudicare alcune "anomalie" evidenziate nelle offerte.


GLI ALTRI FILONI

Che dire? Sarà anche un topolino quello partorito dalla montagna di indagini in procura (così si è espresso su queste colonne nei giorni scorsi l’avvocato di Passamonti), ma è certo che lo squarcio che offre al cittadino questa vicenda legata a un appalto pubblico non è per nulla edificante e mostra come fossero fondate le accuse mosse a tempo dal procuratore Stefano Latorre che chiese e ottenne dal gip Pietro Della Pona misure cautelari (confermate anche dal Tribunale del riesame) nei confronti di Passamonti, Conforti, Rebai e Bianchi.
Dopo quasi due anni di indagini, a quei nomi noti si aggiungono ora Gusmeroli e Succetti.
A dire il vero, ordinanza del 2008 alla mano, già all’epoca il pm contestava a Passamonti l’ipotesi di reato di peculato, ma il gip non accolse la richiesta, non avendo allora giudicato sufficienti gli elementi di colpevolezza. Però - sempre ordinanza alla mano - lo stesso gip indicava anche elementi di reato per gli appalti della Valpola e della statale 38. Che fine hanno fatto? Quasi certamente ci sono indagini in corso e il fatto che questo di Bema sia uno "stralcio", proverebbe l’esistenza di un ben più corposo fascicolo oggi nelle mani del procuratore capo,
Fabio Napoleone.
Fatti concreti lasciano supporre che qualcosa di sostanzioso stia bollendo in pentola: a riprova ci sarebbero recenti perquisizione a carico dello studio Simona Vitali e degli uffici della Comunità Montana di Morbegno e i soliti ben informati parlano di ipotesi di reato già delineate: peculato, distrazione e sottrazione di somme da pubblico ufficiale ai danni di enti pubblici, abuso in atti d’ufficio continuato, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni di fondi regionali, fino a non escludere l’associazione a delinquere: qualcosa di ben più grave, dunque, della turbativa d’asta
contestata oggi.
E sempre i soliti ben informati parlando di un’imminente richiesta di proroga delle indagini che vedrebbero coinvolti non solo Passamonti, ma anche altri personaggi collegati a lui e - scusate il gioco di parole – ad altre società "collegate".
Che dire? Se la sensazione del lettore - riferita alla vicenda di Bema - è di una classe politicoamministrativa alla frutta, l’inchiesta è solo all’antipasto.
Antonia Marsetti
a.marsetti@laprovincia.it

da “La Provincia di Sondrio”

lunedì 1 febbraio 2010

Treni lenti e sporchi: così non va

La Cgil interviene sullo stato dei trasporti in provincia: «Due ore e 40 da Tirano a Milano sono troppe»

Treni che viaggiano a sessanta chilometri all'ora, coincidenze che sfuggono per pochi istanti, sedili sporchi e vagoni irriconoscibili dopo il passaggio dei writer. Sono tanti e tutti rilevanti i problemi delle ferrovie valtellinesi che, nonostante gli annunci di miglioramenti arrivati di recente da Milano, devono fare i conti con diverse criticità. La conferma è arrivata ieri alla Brace di Forcola durante la riunione congressuale dei ferrovieri della Filt-Cgil. Non si è parlato solo di tematiche sindacali: al centro dell'attenzione ci sono state soprattutto le questioni legate alla qualità del servizio.
«I tempi di percorrenza sono ancora troppo elevati, soprattutto fra Colico e Lecco, dove le gallerie hanno più di cento anni, si va a 60/70 all'ora ? ha spiegato il segretario Egidio Sertori, ferroviere -. Da Milano a Tirano ci vogliono 2 ore e 40', sostanzialmente lo stesso tempo di percorrenza degli anni Venti. Ci sono stati dei miglioramenti, a cominciare dal raddoppio della linea da Milano a Lecco, ma purtroppo non sono sufficienti per arrivare a un risultato accettabile. Dal capoluogo a Tirano la linea tortuosa impedisce di viaggiare a velocità soddisfacenti. Da Colico a Sondrio, invece, il treno va più veloce delle macchine che viaggiano sulla Statale».
Anche sul fronte degli orari è arrivata la richiesta di ricercare delle soluzioni. «Abbiamo seri problemi di sinergia con Stps e Perego, bisogna lavorare per fare in modo che l'utente possa viaggiare con i diversi mezzi pubblici senza disagi ? spiega Sertori -. Ammettiamo che non è facile realizzare un orario adeguato, ci sono state delle modifiche, ma la situazione non è ancora ottimale. Noi avevamo proposto soluzioni capaci di andare incontro alle esigenze dei viaggiatori. Invece restano problematiche evidenti, a cominciare dalle coincidenze fra la Milano-Tirano e la Colico-Chiavenna. A volte i viaggiatori in arrivo da Chiavenna si vedo passare davanti agli occhi l'altro treno per Milano o Sondrio. E' assurdo».
Secondo Sertori quello della pulizia è un problema gigantesco. «Sono state fatte tante promesse, ma l'utenza è ancora insoddisfatta. Aspettiamo un paio di mesi per vedere se i nuovi appalti portano a dei progressi. Al momento alcune vetture sono in condizioni terrificanti. Raccogliamo numerose lamentele dall'utenza. Abbiamo delle pendolari che salgono sui convogli con un asciugamano da mettere sul sedile. Ci vogliono delle pulizie straordinarie. Alcuni treni devono essere smontati e disinfettati da cima a fondo».
Non tutte le responsabilità sono delle Ferrovie. «I writer che pitturano i treni creano dei disagi enormi, anche perché non si limitano alle parti metalliche, ma passano con la vernice anche sui finestrini».
Anche secondo il segretario generale Giorgio Nana nei prossimi mesi ci dovranno essere dei miglioramenti nel servizio. «La nascita di Trenitalia-leNord è un segnale positivo pwr la mobilità regionale, ma intanto abbiamo treni degli anni Sessanta e Settanta, che ogni tanto al mattino non partono, con carrozze dove il riscaldamento non funziona o non si aprono le porte, perché per troppi anni non si sono fatti investimenti. Aspettiamo la realizzazione delle promesse dell'assessore regionale Cattaneo, che ha annunciato l'arrivo di nuovi treni e il miglioramento di quelli attuali, cominciando dalle pulizie».
Stefano Barbusca
Da "La Provincia Di Sondrio" 30 - 01 2010

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