lunedì 17 maggio 2010

Altri morti in Afghanistan: ritiro immediato!

Altri due soldati italiani (il sergente Ramadù ed il caporalmaggiore Pascazio) sono morti nella guerra d'Afghanistan, il Presidente della Repubblica Napolitano non deve commuoversi, deve semplicemente cominciare a svolgere il suo ruolo di garante della Costituzione e respingere i finanziamenti che violano l'articolo 11.

La guerra in Afghanistan è un'occupazione in tutto e per tutto, serve solo a mantenere al potere un governo corrotto, che può esistere solo in alleanza con la NATO e gli spacciatori internazionali d'oppio.
L'Italia deve smettere di essere complice, RITIRO IMMEDIATO!

domenica 16 maggio 2010

Checkpoint Crosio

L'onorevole Jonny Crosio (Lega Nord) è preoccupato dai troppo furti in valle. E, per nostra somma fortuna, ha pure la soluzione: mettere un checkpoint all'ingresso della Provincia.

L'idea ha del geniale, spendere milionate di euro per avere una strada a scorrimento veloce (ma solo i primi 9 chilometri, che i soldi per gli altri tratti si sono dissolti appena dopo le elezioni regionali) e poi fermare a controllare macchina per macchina chi entra. Non lo fanno più neanche gli svizzeri, ma noi siamo più avanti.

Daltronde potrebbe avere un aspetto positivo: se il checkpoint funzionasse anche per chi viene indagato con l'accusa di spartirsi gli appalti pubblici al telefono, l'onorevole Crosio restrebbe al di fuori della provincia!

sabato 8 maggio 2010

QUINTON in lotta


Chiude la Quinton Hazzel di Colico, i 46 dipendenti dell’azienda metalmeccanica da lunedì 3 maggio stanno occupando la fabbrica in segno di protesta. Si sono barricati all’interno dei cancelli dello stabilimento per dire “no” a una decisione che viene dall’alto, dalla multinazionale inglese “Klarius” che ha acquisito lo scorso 3 febbraio il 100% delle quote dell’azienda dal gruppo Affinia.
Già nelle scorse settimane i vertici della Klarius avevano sostenuto l’intenzione di cessare l’attività allo stabilimento di Colico perché da cinque anni l’azienda chiude i bilanci in rosso, con un passivo di 2 milioni di euro registrato negli ultimi 2 anni.
La realtà dei fatti è pero ben diversa! La multinazionale Klarius, da sempre committente della Qinton, ha acquisito l’azienda di Colico appena in febbraio e il motivo è semplice: siccome lo stabilimento ha contratti importanti con la cina, la multinazionale ha pensato bene di acquisirne il marchio per poi liquidare lo stabilimento nostrano, escludendolo come intermediario nel commercio. Ora i signori padroni comprano direttamentre in cina, eliminando i costi che i 45 operai richiedono.
In concreto, i vertici della Quinton Hazzel hanno spiegato al sindacato che l’attività industriale cesserà entro la fine di maggio (quando scadranno anche i termini per la chiusura del bilancio 2009) e che per i 46 dipendenti non ci sarà più un posto di lavoro. Ma i sindacati non vogliono sentire ragioni, perché secondo loro la Quinton può continuare a lavorare: «Ci sono tutte le condizioni per garantire la continuità produttiva dello stabilimento di Colico», come spiegano Mauro Castelli della Fiom e Pierangelo Arnoldi della Fim. Già nel passato incontro tra le parti sociali (avvenuto una settimana fa) i due avevano chiesto all’azienda di attivare un percorso di cassa integrazione ordinaria che consentisse di superare l’attuale calo della domanda di dischi di freno per l’automotive. Nel frattempo, i 46 lavoratori della Quinton Hazell Italia che da lunedì mattina hanno occupato la fabbrica hanno ricevuto solidarietà dal sindaco Alfonso Curtoni, mentre sul social network Facebook è nato un gruppo che invita a sostenere la loro lotta

giovedì 6 maggio 2010

Antonio Gramsci. Presente!

La Provincia Di Sondrio ha pubblicato in data 5 maggio questa lettera sull'anniversario della morte di Antonio Gramsci, fondatore del Partito Comunista d'Italia, martire antifascista ed, attualmente, il secondo autore italiano più studiato nel mondo dopo Dante Alighieri.

L'eredità
e l'esempio
di Gramsci
L'anniversario della morte di Antonio Gramsci - 27 aprile 1937 - è passato sotto silenzio. Incarcerato dal fascismo; reietto dai suoi stessi compagni; isolato dalla famiglia, tenuto in ostaggio dal regime sovietico, dopo la sua morte fu mistificato dalla doppiezza del proconsole di Stalin in Italia, quel Palmiro Togliatti che di Gramsci tradì il pensiero e l'opera. Di Gramsci, che raffrontò Lenin - altro grande mistificato dalla turpitudine staliniana - a Paolo di Tarso, possiamo dire con le parole che il rivoluzionario dell'antichità scrisse a Timoteo: «Evita le parole vuote e perverse che si propagheranno come cancrena. Molti hanno arrossito delle mie catene e tutti mi hanno abbandonato». Su noi - che fummo comunisti - grava la colpa: potevamo - nel libero Occidente - capire, ma non volemmo!
Ulderico Monti - e.mail


Signor Monti, possiamo assicurarle che noi che Comunisti lo siamo tuttora non abbiamo smesso di ricordare ne il sacrificio personale del compagno Gramsci ne la sua azione politica e intellettuale. Non dimentichiamo che ovunque nel mondo il pensiero di Gramsci viene studiato e attuato da tutte le persone che lottano per un mondo libero dall'oppressione. Non dimentichiamo che vivere vuol dire essere partigiani.


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