sabato 8 maggio 2010

QUINTON in lotta


Chiude la Quinton Hazzel di Colico, i 46 dipendenti dell’azienda metalmeccanica da lunedì 3 maggio stanno occupando la fabbrica in segno di protesta. Si sono barricati all’interno dei cancelli dello stabilimento per dire “no” a una decisione che viene dall’alto, dalla multinazionale inglese “Klarius” che ha acquisito lo scorso 3 febbraio il 100% delle quote dell’azienda dal gruppo Affinia.
Già nelle scorse settimane i vertici della Klarius avevano sostenuto l’intenzione di cessare l’attività allo stabilimento di Colico perché da cinque anni l’azienda chiude i bilanci in rosso, con un passivo di 2 milioni di euro registrato negli ultimi 2 anni.
La realtà dei fatti è pero ben diversa! La multinazionale Klarius, da sempre committente della Qinton, ha acquisito l’azienda di Colico appena in febbraio e il motivo è semplice: siccome lo stabilimento ha contratti importanti con la cina, la multinazionale ha pensato bene di acquisirne il marchio per poi liquidare lo stabilimento nostrano, escludendolo come intermediario nel commercio. Ora i signori padroni comprano direttamentre in cina, eliminando i costi che i 45 operai richiedono.
In concreto, i vertici della Quinton Hazzel hanno spiegato al sindacato che l’attività industriale cesserà entro la fine di maggio (quando scadranno anche i termini per la chiusura del bilancio 2009) e che per i 46 dipendenti non ci sarà più un posto di lavoro. Ma i sindacati non vogliono sentire ragioni, perché secondo loro la Quinton può continuare a lavorare: «Ci sono tutte le condizioni per garantire la continuità produttiva dello stabilimento di Colico», come spiegano Mauro Castelli della Fiom e Pierangelo Arnoldi della Fim. Già nel passato incontro tra le parti sociali (avvenuto una settimana fa) i due avevano chiesto all’azienda di attivare un percorso di cassa integrazione ordinaria che consentisse di superare l’attuale calo della domanda di dischi di freno per l’automotive. Nel frattempo, i 46 lavoratori della Quinton Hazell Italia che da lunedì mattina hanno occupato la fabbrica hanno ricevuto solidarietà dal sindaco Alfonso Curtoni, mentre sul social network Facebook è nato un gruppo che invita a sostenere la loro lotta

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