giovedì 6 maggio 2010

Antonio Gramsci. Presente!

La Provincia Di Sondrio ha pubblicato in data 5 maggio questa lettera sull'anniversario della morte di Antonio Gramsci, fondatore del Partito Comunista d'Italia, martire antifascista ed, attualmente, il secondo autore italiano più studiato nel mondo dopo Dante Alighieri.

L'eredità
e l'esempio
di Gramsci
L'anniversario della morte di Antonio Gramsci - 27 aprile 1937 - è passato sotto silenzio. Incarcerato dal fascismo; reietto dai suoi stessi compagni; isolato dalla famiglia, tenuto in ostaggio dal regime sovietico, dopo la sua morte fu mistificato dalla doppiezza del proconsole di Stalin in Italia, quel Palmiro Togliatti che di Gramsci tradì il pensiero e l'opera. Di Gramsci, che raffrontò Lenin - altro grande mistificato dalla turpitudine staliniana - a Paolo di Tarso, possiamo dire con le parole che il rivoluzionario dell'antichità scrisse a Timoteo: «Evita le parole vuote e perverse che si propagheranno come cancrena. Molti hanno arrossito delle mie catene e tutti mi hanno abbandonato». Su noi - che fummo comunisti - grava la colpa: potevamo - nel libero Occidente - capire, ma non volemmo!
Ulderico Monti - e.mail


Signor Monti, possiamo assicurarle che noi che Comunisti lo siamo tuttora non abbiamo smesso di ricordare ne il sacrificio personale del compagno Gramsci ne la sua azione politica e intellettuale. Non dimentichiamo che ovunque nel mondo il pensiero di Gramsci viene studiato e attuato da tutte le persone che lottano per un mondo libero dall'oppressione. Non dimentichiamo che vivere vuol dire essere partigiani.


1 commento:

  1. Quale miglior modo di ricordarci di lui se non citando questo suo bellissimo pensiero?

    "Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. (...)Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti."

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