mercoledì 21 marzo 2012

CGIL contro la riforma del lavoro: 8 ore di sciopero generale.

La grande manifestazione della CGIL al Circo Massimo nel 2002
CGIL, 8 ORE DI SCIOPERO GENERALE
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La Cgil va verso lo sciopero generale di 8 ore contro la modifica dell'articolo 18. Lo riferiscono stamani (21 marzo) fonti di agenzia. E' la proposta che il segretario confederale, Fulvio Fammoni, ha avanzato nella relazione introduttiva al direttivo di Corso Italia. Ieri sera a Palazzo Chigi la Cgil ha respinto la riforma del mercato del lavoro proposta da Monti.

A quanto si apprende, Fammoni propone un pacchetto di 16 ore di sciopero: otto da dedicare ad assemblee nei territori, otto di sciopero generale in un'unica giornata. La data dello sciopero non è stata ancora definita, verrà decisa in base alla discussione parlamentare sulla riforma. Sarà accompagnata da assemblee sui luoghi di lavoro e a manifestazioni territoriali.

La protesta "non sarà la fiammata che si esaurisce in un giorno, che il governo ha messo in conto". Lo ha detto Fammoni spiegando la proposta di sciopero. "La Cgil è pronta a contrastare la riforma del mercato del lavoro e in particolare dell'articolo 18 - ha aggiunto -. Abbiamo il dovere di portare a casa dei risultati prima che si avvii un biennio di espulsione di massa nelle aziende".

Il governo "punta a imporre un ruolo residuale del sindacato confederale italiano e delle forze sociali e a introdurre un modello assicurativo individuale al posto del patto sociale storico". Questo il ragionamento del segretario. "Nel corso dei tre anni di governo Berlusconi – ha spiegato -  abbiamo svolto un ruolo fondamentale: abbiamo tenuta aperta la speranza di cambiare. Ora dobbiamo passare ad una fase diverso, dobbiamo ottenere risultati tangibili e mirare ad un disegno sociale e culturale alternativo: il primo nostro obiettivo è la modifica in Parlamento delle norme proposte dal governo a partire da quelle sull'articolo 18".

Fammoni ha analizzato punto per punto tutte le proposte del governo per la riforma del mercato del lavoro, smontando molte affermazioni dello stesso governo in particolare sui giovani e gli ammortizzatori. Al contrario tanti sono i punti ancora non risolti, soprattutto per quanto riguarda l'accesso dei giovani e per quanto riguarda l'universalità degli ammortizzatori sociali.

"Con le nuove norme – a suo avviso – è molto facile prevedere che nei prossimi due/tre anni si avvi un vero e proprio processo diespulsione di massa di lavoratori ultracinquantenni che si troveranno senza lavoro e senza aver raggiunto i requisiti per la pensione. Con la fine prospettata della mobilità ci sarà un incentivo oggettivo ad espellere il maggior numero di lavoratori e le norme sul lavoro si mescoleranno a quelle sulla pensione. Migliaia di persone potrebbero così restare senza lavoro e senza pensione".

Critiche anche per i meccanismi di accesso alla nuova Aspi e la necessità di fare di più per la cancellazione delle variegate forme di contratto falso autonomo, che nascondono lavoro subordinato a tutti gli effetti. Il ruolo del sindacato nel corso della trattativa, comuqnue, ha portato alcuni risultati. "Abbiamo introdotto il tema della crisi e dell'emergenza occupazione, spostato la fine degli ammortizzatori in deroga oltre il 2012. Abbiamo ottenuto che la cassa integrazione straordinaria fosse mantenuta, mentre l'ipotesi iniziale era la sua cancellazione, una transizione di 5 anni".

Altri risultati sono in tema di stage, tirocini con la cancellazione di una delle forme più precarizzanti come gli associati in partecipazione ma le proposte del governo sui licenziamenti facili e sulla cancellazione dell'istituto della mobilità non vanno bene, così come occorre un vero sistema universale di ammortizzatori sociali. Per questo la Cgil si farà carico di una sua proposta da presentare in Parlamento per cambiare quella del governo.

Non sarà solo uno sciopero. La Confederazione pensa a una serie di iniziative da mettere in campo: una petizione popolare per abolire la riforma, iniziative contro le norme sul precariato. Poi si avvierà una campagna nazionale di informazione sul posto di lavoro. "La mobilitazione sarà dura e articolata - ha concluso Fammoni - e punterà ad ottenere risultati concreti durante il dibattito parlamentare".

Ecco una prima scaletta delle iniziative, resa nota dalla Cgil:

1) petizione popolare per raccogliere milioni di firme
2) iniziative specifiche con i giovani per contrastare le norme sbagliate sul precariato
3) campagna nazionale a tappeto di informazione in tutti i territori
4) prime mobilitazioni nei posti di lavoro e nei territori
5) assemblee in tutti i luoghi di lavoro
6) avvio del lavoro con la Consulta giuridica per i percorsi legali (ricorsi, ecc)
7) 16 ore di sciopero generale: 8 per le assemblee e iniziative specifiche e 8 ore in un'unica giornata con manifestazioni territoriali e assemblee nei posti di lavoro. La data sarà definita sulla base del calendario della discussione in Parlamento. 

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