sabato 23 ottobre 2010

La Casta Padana: in "discarica"

Stavolta è l0amministrazione di Traona a finire sotto inchiesta, e insieme all'amministrazione anche professionisti e tecnici della regione.


APPALTI SPORCHI A TRAONA:
17 (PER ORA) I DENUNCIATI


TRAONA Le fiamme gialle anche in Bassa Valle. Nuova raffica di perquisizioni, ma nessun arresto, almeno per ora. Il nuovo troncone di indagini vede "iscritti" 17 tra amministratori, dipendenti pubblici, impresari e liberi professionisti, ma anche in questo caso - così come per la maxi inchiesta della Comunità montana di Morbegno - le persone nel mirino degli inquirenti sarebbero molte, molte di più.
Due i filoni: uno relativo a quelle che vengono impropriamente dette "discariche" di Traona e che altro non sono che depositi di materiale inerte alle porte del paese; l'altro è relativo a svariate delibere approvate da marzo ad oggi dalla giunta Belli per lavori eseguiti in urgenza - e quindi affidati al di fuori delle normali procedure - ma che in realtà l'unica urgenza che hanno dimostrato di avere è quella di aver fatto - o reso - un piacere ad imprese "amiche".
Tra coloro che ieri si sono visti notificare l'avviso di garanzia contestualmente al decreto di perquisizione (chi dell'abitazione, dell'auto e chi degli uffici), il gotha del Comune di Traona: il sindaco Marco Belli, il suo vice Maurizio Papini che è anche assessore ai lavori pubblici; l'assessore all'Istruzione e sport Carlo Invernizzi, il capo dell'ufficio tecnico Gianni Azzalini, il responsabile dell'ufficio di ragioneria Sergio Della Matera, il segretario comunale Franco Gusmeroli (lo stesso segretario già arrestato nell'inchiesta della Cm di Morbegno). Nei guai anche Lucio Tavelli, il funzionario regionale dipendente dello Ster, il servizio territoriale del Pirellone, addetto ai sopralluoghi per il riconoscimento della «somma urgenza». Poi ci sono i progettisti: il geometra Fabio Bonomi di Piateda, l'ingegner Carlo Contessa di Dubino, Claudio Gianoli di Morbegno. Infine gli imprenditori edili e non: Diego Fattarina, della Max-far e di altre società che hanno avuto a che fare con le due "discariche" di Traona e poi l'impresa Carnazzola Camillo spa di Colorina, con Camillo e Gabriele Carnazzola (titolare rappresentante e direttore) titolari della ttività di estrazione alla discarica della Valletta e proprietarie della discarica di Piussogno; Arnaldo Giumelli di Traona, Claudio Pensa anche lui di Traona, Camillo Ferrè di Rogolo e Albiniano Carmine di Campodolcino, titolare dell'impresa che si è aggiudicata il trasporto scolastico del Comune.
Secondo il procuratore capo Fabio Napoleone, quella che nel municipio di Traona gestisce gli appalti pubblici non è una giunta che opera in trasparenza, ma una vera e propria associazione a delinquere. Il sindaco Belli, il suo vice Papini e il tecnico comunale Azzalini sono indagati per corruzione poiché avrebbero compiuto «atti contrari ai doveri d'ufficio e omettevano di compiere atti del proprio ufficio nell'ambito del rilascio dei permessi a favore del Fattarina» in veste di rappresentante della "Max far" e della "Ponte di Ganda - le due società che hanno operato nelle discariche di inerti di Traona - e in favore dell'impresa Carnazzola Camillo (indagati il titolare Camillo, appunto e il direttore Gabriele Carnazzola). In cambio, gli imprenditori edili avrebbero promesso incarichi ai pubblici amministratori. Come? Sia il sindaco, il capo dell'ufficio tecnico Azzalini che l'assessore ai lavori pubblici Papini svolgono attività di libera professione vuoi direttamente, vuoi attraverso i figli o addirittura (come nel caso del Papini) mediante un prestanome.
Per il reato di abuso d'ufficio sono invece indagati il sindaco Belli, l'assessore Papini, il geometra comunale Azzalini, in concorso con Bonomi (ritenuto un prestanome del Papini), nonché con l'aiuto del segretario comunale Gusmeroli e del ragioniere capo Della Matera, avrebbero affidato lavori con la procedura della somma urgenza quando non esistevano i presupposti. Per riuscire a fare ciò sarebbero stati aiutati dal dipendente dello Ster Tavelli che nei suoi sopralluoghi avrebbe certificato il falso. A beneficiare della situazione anche Gianoli, direttore dei lavori di un'opera pubblica affidata senza appalto e l'ingegner Contessa, progettista di alcuni interventi eseguiti sul territorio dalla primavera scorsa.
Il reato di falsità materiale e ideologica viene ipotizzato nei confronti del tecnico comunale Azzalini, del ragioniere capo Della Matera e del dipendente regionale Tavelli che avrebbero «formato atti in tutto i in parte falsi al fine di legittimare l'effettiva necessità di eseguire lavori di somma urgenza».
Truffa aggravata per ottenere contributi pubblici è l'ipotesi di reato mossa nei confronti di tre imprenditori: Giumelli (che ha legami di parentela con il sindaco Belli per via della di lui moglie), Ferrè e Pensa rispettivamente titolari della Giumelli Costruzioni srl di Traona, Ferrè Camillo snc di Rogolo e della ditta individuale Pensa Claudio. I tre avrebbero ottenuto l'affidamento diretto di alcuni interventi coperti in parte da contributi regionali, solitamente destinati al pronto intervento.
Per frode nelle pubbliche forniture sono invece indagati Camillo e Gabriele Carnazzola «poiché nell'esecuzione di contratti di fornitura conclusi con l'ente pubblico commettevano frode utilizzando materiali di qualità e quantità inferiori rispetto a quella pattuita contrattualmente». Il riferimento (si veda articolo nell'altra pagina) è certamente relativo ai quantitativi di metri cubi "cavati" dalle discariche di Traona.
Sindaco e segretario comunale sono invece indagati per falsità materiale e ideologiche per avere «almeno in due circostanze, attestato falsamente nei verbali della giunta comunale come presente un assessore che in realtà non interveniva neppure alla riunione». Sempre Belli e Gusmeroli, con il Papini, sono indagati per peculato «perché utilizzavano beni strumentali di proprietà del comune di Traona per fini personali». Infine, la turbativa d'asta è mossa nei confronti di Belli, Papini, Gusmeroli, Fattarina, i due Carnazzola, Contessa, Invernizzi e Albiniano poichè «con promesse, collusioni o altri mezzo fraudolenti, turbavano le gare nei pubblici incanti indette dall'amministrazione comunale di Traona».
Insomma, rispetto all'altra maxi inchiesta, quella sulla Cm e Cercino, ci siamo spostati di qualche centinaia di metri in linea d'aria. Ma non di una virgola nel codice penale.

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