martedì 28 giugno 2011

TAV: perchè siamo contrari


1-Chi è il Comitato No-Tav e perché nasce la lotta
Al giorno d’oggi esiste la possibilità di realizzare in un prossimo futuro, un sistema di trasporti migliore dell’attuale, basato su mezzi prevalentemente collettivi che consumino meno energia, che facciano ricorso a fonti rinnovabili di combustibili puliti e che inquinino meno l’ambiente. Purtroppo le linee dei Treni ad Alta Velocità e Capacità (TAV/TAC) si pongono invece in una prospettiva diversa: ossia progettate in un’ottica di movimentazione esasperata di passeggeri e merci su lunghe distanze, sono opere faraoniche che avrebbero un impatto ambientale e sociale devastante sui territori attraversati; richiederebbero di concentrare per decenni sulla loro realizzazione investimenti pubblici di tale portata da pregiudicare importanti servizi, quali sanità, scuola e stato sociale.
Per questa ed altre ragioni è nato pertanto il Comitato No-Tav Torino che si oppone duramente a queste opere, di cui ancora non sono state seriamente dimostrate né l’effettiva necessità, né la sostenibilità economica. Chi ne fa parte sono persone singole e associazioni della società civile che credono che sia possibile un mondo diverso, più giusto e responsabile dell’attuale, e che lottano per realizzarlo. Si battono in modo pacifico ma determinato, contro il modello neo-liberista che in nome degli interessi economici di un’esigua minoranza rappresentata dai poteri forti, sfrutta le persone e la natura, assoggetta le istituzioni e la politica, cancellando progressivamente diritti, democrazia e pace. Chi aderisce al Comitato
No-Tav, si sente idealmente a fianco di tutte le forze che in varie parti d’Italia ed Europa si battono per evitare la costruzione delle linee TAV/TAC; in concreto collaborano strettamente con le popolazioni che si oppongono alla realizzazione della tratta Torino-Lione.

2- Perché bisogna opporsi al TAV/TAC: le ragioni dell’opposizione
Ecco le principali ragioni che portano questo comitato a opporsi alla costruzioni di queste tratte ferroviarie TAV/TAC:
- Perseguono un modello di movimentazione esasperata delle merci, fortemente distribuito sul pianeta allo scopo di sfruttare al massimo i lavoratori e l’ambiente nei luoghi dove essi sono meno tutelati
- Violenterebbero il territorio con “corridoi di servizio industriale” larghi almeno 300 metri, fasce in cui risulterebbe distrutta qualsiasi possibilità presente e futura di abitare o svolgere attività economiche
- Avrebbero un impatto ambientale pesante per l’inquinamento da rumore e vibrazione che colpirebbe tutte le forme di vita lungo il tragitto e spesso comporterebbe nuove pericolose variazioni dell’equilibrio idro-geologico naturale
- Richiedono finanziamenti pubblici ingentissimi, dell’ordine di miliardi di Euro, a scapito di settori primari quali sanità, scuola e stato sociale in un’epoca di drammatica crisi industriale e di collasso delle finanze statali
- Prefigurano investimenti fortemente concentrati, la cui gestione costituisce ormai, di regola, terreno fertile per la corruzione e le infiltrazioni mafiose
- porterebbero elevati profitti a speculatori e costruttori quali FIAT, ENI, Pininfarina, ma successivamente, sarebbero economicamente in perdita e perciò richiederebbero altro denaro pubblico per coprire il deficit.


3- Quali sono i compiti del Comitato No-Tav?
Il ruolo che si dà il Comitato No-Tav Torino è innanzitutto di sensibilizzare i cittadini torinesi e non sul problema TAV, di produrre nei loro confronti l’informazione che oggi manca, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione e tutte le sedi ed i canali agibili, a partire da quelli delle associazioni aderenti.
Intendono inoltre contrastare, smascherandone la parzialità, la disinformazione attuata dai grandi mezzi di comunicazione, di fatto asserviti in questo caso agli interessi dei poteri forti coinvolti nei progetti di finanziamento e costruzione delle linee; vogliono anche contribuire a svelare la reale e pericolosa inconsistenza di grandiosi piani strategici come quello di “Torino Internazionale” per gli anni 2000-2010: l’incredibile tesi, secondo cui sarebbe possibile compensare il declino industriale torinese con l’effimera economia di opere come il TAV e di eventi quali le olimpiadi invernali del 2006, serve in buona sostanza a regalare alla FIAT ed ai suoi partner una sorta di generale approvazione del processo di riconversione dall’auto alla speculazione finanziaria, edile, cantieristica.
In accordo e cooperazione con le altre forze dell’opposizione al TAV, verranno indette varie forme di manifestazione delle idee e proposte comuni, al fine di promuoverle tra i cittadini e di dimostrare la consistenza e l’identità del fronte contrario a grandi opere inutili e dannose.

4- No Tav, No Tac: ecco quindi le motivazioni contrarie alla realizzazione dell’Alta Velocità ferroviaria Lione-Torino
Il tunnel di base della progettata linea TAV/TAC nella tratta internazionale Lione-Torino sarà realizzato con due gallerie parallele per elevare il grado di sicurezza, in caso di incidente una è per i soccorsi. Ma vediamo per bene le sue caratteristiche:
- E’ lungo 52 Km; l’altezza del carico di roccia sovrastante arriva ad un massimo di oltre 2500 metri; la temperatura prevista nella zona centrale è superiore ai 35 gradi per oltre 15 Km, con un picco di 50 gradi
- La durata della costruzione, con tecnica mista “fresa-esplosivo” è prevista in almeno 10 anni (12-15 per completare le due gallerie)
- Lo scavo produrrà 15 milioni di metri cubi di detriti con presenza di amianto e uranio, metà dovrà essere sparso in Valsusa (entro 30 Km, per economia dei costi); a questi detriti depositati in valle si assommeranno quelli dei successivi due lunghi tunnel che attraverseranno la nota vena amiantifera presente nello spartiacque tra le Valli Lanzo e Susa.
- Saranno allo stesso tempo prelevati localmente centinaia di migliaia di metri cubi di buona ghiaia per il calcestruzzo di rivestimento delle galleria
- Lo scavo prosciugherà molte falde che alimentano gli acquedotti a valle
- A servizio del tunnel dovrà essere realizzato, più a valle, un piazzale di stazionamento e carico per i treni lungo 2-3 Km, largo 100 metri, e con pendenza inferiore al 2 per mille: in pratica una diga di terra in grado di sbarrare il vallone di Chianocco. Un’opera a gravissimo rischio ideologico.
Tra l’altro, come se non bastasse, l’impresa che dal lato francese si propone per il tunnel è la Rocksoil, dell’ing. Lunardi (intestata alla moglie, ora che lui è ministro delle infrastrutture)

5- Tempi e modi di realizzazione
I tempi di realizzazione per completare l’opera sono stimabili nell’ordine dei 15-20 anni. Per la tratta italiana, tra S.Didero e Settimo, nei prossimi 10-12 anni, funzioneranno 11 cantieri con enorme consumo di energia e petrolio, con inquinamento dei suoli e delle acque, con centinaia di camion e mezzi di scavo che di giorno e in qualche caso anche di notte assilleranno le popolazioni con polvere, rumore e gas di scarico, paralizzando per giunta la viabilità locale. A parere del Governo, ma anche del Sindaco di Torino, dei Presidenti di Provincia e Regione, questa “economia cantieristica” sarà una chiave di sviluppo a compensazione della perdita occupazionale nell’industria: in realtà sarà caratterizzata dall’impiego di manodopera immigrata a bassa specializzazione ed a rischio di elevato sfruttamento in condizione di scarsa sicurezza (3 morti in 1 anno sulla TAV, To-Mi); data l’enorme mole di denaro in gioco sarà nuova occasione di appalti e subappalti con i consueti margini di manovra per la corruzione politico-imprenditoriale, con apertura ad infiltrazioni mafiose.

6- Costi di realizzazione
I costi di realizzazione dell’intera tratta, sono oggi stimati nell’ordine di circa 16 miliardi di Euro (ovvero 32mila miliardi i Lire), l’esperienza del Tav Bologna-Firenze, che è simile per le caratteristiche del territorio, ha però dimostrato ancora una volta che in 10 anni, ben prima del termine, i costi risultano più che quadruplicati. I promotori sperano nell’apporto di finanziamenti privati, ma le previsioni tengono lontano gli investitori. Quasi tutti i soldi necessari a sostenere l’opera dovranno allora provenire da fonte pubblica e saranno quelli sottratti a welfare, scuola, e sanità.
7- Economia di gestione
Si è calcolato che, ad opera ultimata, i costi di gestione potrebbero essere a pareggio solo se sulla linea transitassero almeno 40 milioni di tonnellate di merci all’anno, 350 treni al giorno, uno ogni 4-5 minuti, lunghi 1500-2000 metri, alla velocità di 150 km/h, alternati a treni passeggeri con velocità fino a 300 Km, (sarà necessaria inoltre, una continua e costosa manutenzione per garantire sicurezza alle alte velocità e tentare di minimizzare l’impatto acustico).
Si dubita però fortissimamente della possibilità di costringere i flussi di merci che ora attraversano i confini in diversi punti, a concentrarsi su di un unico tunnel. E’ pertanto già prevedibile una gestione in perdita economica per decine di anni e quindi si ipoteca, anche qui, il denaro pubblico futuro per coprire i disavanzi.
In definitiva quest’opera serve sicuramente a trasformare ingenti investimenti pubblici in profitti privati delle imprese di costruzione; e in esercizio, produrrà molto probabilmente perdite che saranno da ripianare, ancora una volta con denaro pubblico; avrà inoltre un impatto insostenibile sull’ambiente e la popolazione dei territori attraversati.


8- Ora invece mettiamo a confronto le ragioni a favore dei treni TAV/TAC e quelle contro.
a- Via di comunicazione strategica per l’Europa, strumento di sviluppo specie per alcune regioni industrializzate della fascia Spagna-Francia-Italia.
a- L’attuale sistema globalizzato di produzione distribuita comporta un’esasperata e continua movimentazione di materie prime, semilavorati e prodotti finiti; il maggior sfruttamento di lavoratori e materie prime, l’alta velocità di spostamento di denaro, merci e forza lavoro sono considerati i cardini della competizione. Sono fattori che rendono questo sistema non sostenibile per il futuro pianeta. Un obiettivo da porre è perciò la diminuzione della quantità di merci circolanti.
b- Grazie al tunnel italo-francese la linea contribuirà a riequilibrare il trasporto merci a favore della rotaia
b- Non si può accettare che per un misero 1% di riequilibrio si trasformino vallate in corridoi di transito industriale devastando l’ambiente, minando la salute, svalutando l’abitabilità del territorio, negando prospettive alle produzioni locali in direzione di una marginalizzazione sociale delle popolazioni. Sì, a passare quote significative di trasporto merci da gomma a rotaia, ma utilizzando al meglio le numerose ferrovie esistenti.
c- Con l’opera migliora l’accessibilità dell’area torinese, facendone aumentare il vantaggio competitivo offerto, rispetto ad altre aree urbane europee.
c- La città non deve essere ridotta a nodo di flussi di merci e persone, a mero luogo di scambio mercantile: qualità della vita, cultura dell’accoglienza, sostenibilità ambientale e sociale sono i presupposti di aggregazione di una comunità di abitanti.


9- Ci sono persone, purtroppo che si fanno imbambolare dai soliti luoghi comuni usati da costruttori, fruitori, finanziatori e approfittatori (i soli che beneficeranno dei treni TAV/TAC).
Qui di seguito, sfateremo una serie di falsi miti, usati per far apprezzare la costruzione di questo scempio e per nascondere l’orrenda verità.
SENZA LA TORINO-LYON IL PIEMONTE SAREBBE ISOLATO DALL’EUROPA
In realtà il Piemonte è già abbondantemente collegato all’Europa e soprattutto attraverso la Valle di Susa. In questa valle esistono già due strade statali, un’autostrada e una linea ferroviaria passeggeri e merci a doppio binario. Esiste perfino la cosiddetta autostrada ferroviaria (trasporto dei Tir su speciali treni-navetta). Sono tutte linee di collegamento con la Francia attraverso due valichi naturali e due tunnel artificiali.
LE LINEE FERROVIARIE ESISTENTI SONO SATURE
In realtà l’attuale linea ferroviaria Torino-Modane è utilizzata solo al 38% della sua capacità. Le navette per i Tir partono ogni giorno desolatamente vuote. Il collegamento ferroviario diretto Torino-Lyon è stato soppresso per mancanza di passeggeri. E il flusso delle merci è invece sceso del 9% nell’ultimo anno.
LA TORINO-LYON E’ INDISPENSABILE AL RILANCIO ECONOMICO DEL PIEMONTE
In realtà è vero il contrario. Togliendo risorse alla ricerca, all’innovazione e al risanamento dell’industria in crisi profonda, il TAV sarà la mazzata finale all’economia piemontese.
IL TAV TOGLIERA’ I TIR DALLA VALLE
In realtà i 10-15 anni di cantiere necessari a costruire la Torino-Lyon porteranno sulle strade della Valle e della cintura di Torino qualcosa come 500 camion al giorno (e alla notte) per il trasporto del materiale di scavo dai tunnel ai luoghi di stoccaggio. Con grande aumento di inquinanti e polveri. Finita la fase cantieristica e realizzata l’opera, chi ci dice che le merci passeranno dall’autostrada alla nuova ferrovia? Anzi, i promotori dell’opera e recenti studi di ingegneria dei trasporti ci dicono che solo l’1% dell’attuale traffico su gomma si trasferirà sulla ferrovia. Che bel vantaggio!!
LA TORINO-LYON PORTA LAVORO AI PIEMONTESI
In realtà come già sta succedendo per tutte le infrastrutture in corso, si tratterebbe di lavoro precario, per mano d’opera in gran parte extracomunitaria. Inoltre le ditte appaltatrici si porterebbero tecnici e operai dalla loro regione. Per i comuni della Valle di Susa e della cintura di Torino arriverebbe invece un bel problema: la mafia.
LA LINEA E’ QUASI TUTTA IN GALLERIA. CHE MALE FA?
In realtà fa malissimo. Il tracciato prevede una galleria di 23 Km all’interno di una montagna molto amiantifera, il Musinè. La talpa che perforerà la roccia immetterà nell’aria un bel po’ di fibre di amianto. Invisibili e letali. Il vento le porterà dappertutto. Il foehn le porterà fin nel centro di Torino. Respirare fibre di amianto provoca un tumore nei polmoni che non lascia scampo. L’amianto è un materiale fuori legge dal 1977. Scavare gallerie in un posto così è illegale e criminale. E ancora: il tunnel Italia-Francia di 53 Km scavato dentro al Massiccio dell’Ambin incontrerà (oltre a falde e sorgenti che andranno distrutte) anche roccia contenente uranio. Sarà inoltre un inferno di rumore, polvere, camion avanti e indietro per le strette vie dei paesi, di giorno e di notte, per 15 anni almeno. E ancora: la perforazione di tratti montani così lunghi vicino a centri densamente abitati potrà prosciugare le falde idriche e gli acquedotti. E ancora: la viabilità sarà stravolta.
QUEST’OPERA FA BENE ALL’ECONOMIA, PERCHE’ METTE IN MOTO CAPITALI PRIVATI
In realtà il costo stimato di 20 miliardi di euro è tutto a carico della collettività. Tutto denaro pubblico, ma affidato ai privati. Nessun privato ci metterà un euro e i tantissimi soldi che servono a quest’opera verranno tolti alle linee ferroviarie esistenti (già disastrate), a ospedali, scuole, e a tutti i servizi di pubblica utilità, e allo sviluppo delle energie rinnovabili destinate a sostituire il petrolio. E ancora: è già prevista che la nuova linea ferroviaria Torino-Lyon avrà altissimi costi di gestione e che sarà in perdita per decine e decine di anni. E ancora: nonostante la maggior parte del tracciato sia in territorio francese, il governo italiano si è impegnato a sobbarcarsi il costo dei due terzi della tratta internazionale… Tanto paghiamo noi!!
CHI E’ CONTRO LA TORINO-LYON, E’ CONTRO IL PROGRESSO.
In realtà è vero il contrario. Il progresso non deve essere confuso con la crescita infinita. Il territorio italiano è piccolo e sovrappopolato, le risorse naturali sono limitate, l’inquinamento e i rifiuti aumenteranno invece senza limite, il petrolio è in esaurimento. Progresso vuol dire comprendere che esistono limiti fisici alla nostra smania di costruire e di trasformare la faccia del pianeta. Progresso vuol dire ottimizzare, rendere più efficiente e durevole ciò che già esiste, tagliare il superfluo e investire in crescita intellettuale e culturale più che materiale, utilizzare più il cervello dei muscoli. Il TAV rappresenta l’esatto contrario di questa impostazione, è un progetto vecchio che privilegia come valore solo la velocità e la quantità, ignora la qualità, ovvero se e perché bisogna trasportare qualcosa.

10- E per finire, uno sguardo alla nostra salute. Ecco a cosa andremo incontro…
TAV: amianto e uranio. Rischi di esposizione ad amianto e uranio causati dai lavori di costruzione della linea ad alta velocità.
La RFI (Rete Ferroviaria Italiana) ha presentato, nel mese di dicembre 2003, il progetto preliminare della linea TAV/TAC per la tratta nazionale della Torino-Lione. La tratta, da Settimo Torinese a Brufolo, ha una lunghezza complessiva di circa 44 Km, e prevede, rispetto al precedente progetto, una galleria unica di quasi 23 Km. Allo scavo principale, andrebbero inoltre ad aggiungersi almeno tre finestre di sicurezza, ovvero gallerie secondarie. Per quanto riguardo invece la tratta internazionale, il progetto prevede il cosiddetto tunnel di base di 53 Km.
AMIANTO:
Nel gennaio 2003, un’equipe di geologi ha svolto per conto di RFI, un’indagine finalizzata alla ricerca di amianto nelle rocce della bassa valle, con prelevamento di 39 campione in 29 punti di osservazione; in circa la metà dei campioni esaminati è stata riscontrata la presenza di amianto in diverse forme. Ovviamente dal progetto non risulta previsto un piano di sicurezza che possa impedire la dispersione di fibre d’amianto durante le fasi di lavorazione e di stoccaggio.
Tra le malattie causate dall’amianto, il mesotelioma, tumore maligno della pleura, è sicuramente la più grave. Si manifesta dopo 15-20 anni dall’inalazione di particelle di amianto, ma ha una mortalità del cento per cento e conduce a morte in media entro nove mesi dalla diagnosi. Non esiste esposizione sicura, cioè non esiste una soglia di esposizione al di sotto della quale l’amianto sia innocuo. Nel caso di una prolungata esposizione ambientale, come quella che dovrebbe derivare dalla movimentazione di più di un milione di tonnellate di rocce contenenti amianto, i casi di questa malattia potrebbero aumentare di molto.
URANIO:
Nel massiccio d’Ambin attraversato dal traforo sono presenti numerosi giacimenti di uranio, per maggior precisione il materiale presente è pechblenda, forma notevolmente radioattiva; non è per il momento conosciuta una previsione sulla quantità di uranio che potrà essere contenuto nel materiale estratto. L’uranio si disperde nell’aria e può essere inalato, ma soprattutto contamina le falde acquifere e va ad inquinare i corsi d’acqua che possono essere utilizzati per l’irrigazione.
L’uranio, se inalato o ingerito, provoca contaminazione interna e può essere causa di linfomi.
CONCLUSIONI:
La situazione che si prospetta per il territorio, è estremamente preoccupante, tale da configurare la concreta possibilità di severi danni alla salute pubblica.

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