martedì 17 gennaio 2012

Pensare come Lenin.

#Occupy Lenin
di Francesco Piobbichi.


 I depositi di liquidità a un giorno, fatti dalle banche allo sportello della Bce, sono volati ieri a 501,9 miliardi di euro, segnando un massimo storico contro i 493,3 miliardi di venerdì scorso. Praticamente i 500 miliardi di euro, prestati ad un tasso ridicolo dalla BCE agli intermediari privati, sono fermi nelle casse della BCE. Mentre le aziende hanno l'acqua alla gola, le banche preferiscono  tenersi il loro gruzzoletto al sicuro per paura dei futuri effetti della crisi. Così facendo però la crisi si trasferisce nell'economia reale aumentando la velocità della recessione. La disoccupazione aumenterà anche per questo. Ieri sera invece è arrivata la notizia che l'agenzia di rating S&P ha declassato il fondo salva stati. Due notizie quindi in breve distanza di tempo,  ci dicono che l'intera strategia delineata dalle classi dominanti europee e dalla BCE è "fuffa". Aver prestato soldi pubblici senza nessun vincolo alle banche private, come ha fatto la BCE non ha praticamente risolto nulla. Il tutto si è risolto in un giro di conto che ha assicurato sicurezza alle banche private. In questo senso ancheil cosidetto Fiscal Compat  che verrà firmato entro marzo e deciso nel vertice del 30 a Bruxelles dalle "gerarchie europee" è di fatto superato dalla crisi stessa. Per essere ancora più chiari, nel momento in cui il fondo salva stati è intaccato dalla stessa infezione che colpisce i fondi sovrani degli stati esso è inefficace ancor prima di iniziare a funzionare.  Monti e Merkel, così come Sarkozy e le loro retoriche non hanno più una base d'appoggio concreta. In questo senso di parole non ne hanno più nemmeno i socialdemocratici pentiti dell'ultima ora.  Chi inneggiava agli Eurobond come al comunismo, ora sa che inneggia a titoli che subirebbero lo stesso trattamento dei nostri fondi sovrani. L'Europa insomma, quella liberista è con le spalle al muro per effetto di un attacco speculativo senza precedenti che ha evidenziato la debolezza del suo gruppo dirigente di fronte al predominio USA. Cosa ci dice allora questo scontro tra capitalismi che investe il vecchio continente? Che l'ipotesi della crescita coniugata al rigore per l'uscita dalla crisi è impraticabile, perchè è collocata dentro lo stesso meccanismo che tende a riprodurla. In poche parole fino a quando non avremo un controllo democratico e pubblico sulla politica del credito non potremo nemmeno pronunciare la parola crescita. Su questo la sinistra, in particolar modo i comunisti devono battere come martelli nei prossimi mesi. Ma non basta, occorre aprire una riflessione seria su come noi leggiamo la crisi. 

Vedendo quello che sta accadendo, penso che oggi abbiamo uno straordinario bisogno di recuperare Lenin e la sua capacità di analisi. Le notizie di questi mesi ci dicono che siamo nel pieno di un conflitto intercapitalistico ( e Lenin questo lo aveva capito e analizzato efficacemente) dove operano le agezie di rating i fondi sovrani, i movimenti speculativi e tanto altro ancora. Un processo che tendenzialmente vede il capitale Usa divorare quello Europeo e quello prussiano quello dei paesi periferici. E' una partita aperta e non un complotto come sostengono le demenziali teorie che si leggono in rete. Dobbiamo analizzare il capitale finanziario e le sue funzioni all'interno di questo conflitto che può indebolire le classi dominanti, un conflitto oggi agito principalmente tra USA ed Europa, i cui effetti investono materialmente la condizioni di vita di milioni di lavoratori. Il capitale finanziario non è un'accozzaglia di vampiri  che succhiano il sangue al popolo, è una dinamica concreta dello sviluppo del capitalismo stesso le cui parti lottano oggi, in maniera molto più aggressiva per la supremazia. Analizzarlo  non può essere opera di una singolarità sociale ma di una intelligenza collettiva. Solo leggendo attentamente questo processo potremmo collocare in maniera efficace le nostre proposte per uscire dalla crisi. Lenin diceva analisi concreta della situazione concreta, mai insegnamento fu migliore. Stiamo in agguato compagni, avanti popolo!

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