giovedì 15 luglio 2010

La mafia del nord

'ndrangheta leader delle mafie”


Intervista a Francesco Forgione

di Carlo Magi su Liberazione – 14 luglio 2010

Oltre 300 arresti, beni sequestrati per circa 60 milioni di euro, manette per Domenico Oppedisano, l’ottantenne considerato il numero uno della ‘ndrangheta calabrese, una marea di carte e di azioni sequestrate, una rete di relazioni transoceaniche e un’importante scoperta: la ‘ndrangheta si è organizzata con un super capo, una struttura unitaria che decide per tutti e i mandamenti, ossia i territori che le ‘ndrine si spartiscono e comandano seguendo le indicazioni dell’organo di vertice. E fra queste regioni c’è la Lombardia. E’ il frutto, probabilmente il primo e il più importante, messo a segno ieri dalle forze dell’ordine fra Calabria e Lombardia, dell’indagine “Il Crimine” coordinata dai pm Ilda Boccassini (Milano) e Giuseppe Pignatone (Reggio Calabria). Un’indagine resa possibile dalle intercettazioni telefoniche e ambientali che ha portato alla luce anche due video in cui gli affiliati si ritrovano per decidei gli affari ed eleggere il maestro generale e i capi delle ndrine. Un primo risultato perché l’indagine si allargherà ad altri campi, soprattutto quello delle infiltrazioni della ndrangheta nella politica: sono molti i consiglieri comunali indagati e arrestati per essere affiliati alle cosche. «Tutto questo conferma quello che scrivemmo nel 2008 nella prima relazione della commissione antimafia. Allora molti politici lombardi ci attaccarono dicendo che al Nord la mafia non esisteva. Adesso spero che si ricredano» ne ha per molti Francesco Forgione, ex presidente della commissione antimafia, autore di diversi libri sulla criminalità organizzata e attualmente docente di storia e sociologia delle organizzazioni criminali all’Università dell’Aquila.

Questi arresti sono un colpo mortale alla ‘ndrangheta?

No, sarei cauto ma è comunque un’operazione importantissima per due ragioni: conferma il livello di pervasività in Lombardia e dell’esistenza di una struttura unitaria della ‘ndrangheta che non è l’assimilazione di Cosa Nostra ma è un coordinamento di una mafia globale. E’ stato certificato che tre oltre alle 3 aree storiche (la costa ionica, Reggio Calabria e Gioia Tauro) la ‘ ndrangheta ha la capacità di inquinare i territori anche in Lombardia e che anche in Canada e Australia esistono le camere di compensazione, cioè strutture di coordinamento che eleggono i loro capi. Le ‘ndrine inoltre sono infiltrate nella politica e nelle istituzioni, indipendentemente dal colore, Lega compresa.

E hanno il potere di condizionare gli appalti, la sanità, l’economia…
Sì, ed è’così da anni. Solo l’ipocrisia di politica e istituzioni non volevano vedere. Quanti oggi esultano per gli arresti vadano a rileggersi la lettera che i sindaci di 3 grossi comuni dell’hinterland milanese scrissero alla nostra commissione per denunciare quanto la ‘ndrangheta condizionasse il loro operato. In Lombardia è successo come a Disburg dove si sono accorti della presenza della ‘ndrangheta solo dopo la strage. E’ l’ipocrisia che fa pensare di potersi prendere i soldi della mafia senza prendersi i mafiosi. E invece succede il contrario. La ‘ndrangheta si è trasformata in una grande holding finanziaria e criminale che controlla gran parte delle imprese lombarde, gli appalti per Expo 2015, la Salerno Reggio, il porto di Gioia. La novità è che inizia a controllare anche la politica. E anche la Lega non è esente dalla ‘ ndrangheta e quanti hanno costruito l’allarme sicurezza sui migranti dovrebbero ricredersi.

La ‘ndragheta ha sorpassato Cosa Nostra?

Oggi è la mafia più potente su scala globale, al nord è la più ricca ed è il vero leader internazionale della droga. Ha avuto la capacità di cogliere le opportunità della globalizzazione: il passaggio dall’eroina alla cocaina, dove è il referente internazionale di tutti i cartelli e la libertà di far muovere i capitali senza alcun controllo. E’ carica di soldi fatti con gli appalti, i sequestri di persona ed è una mafia senza pentiti, essendo costruita sulla famiglia di sangue. Ha seguito una politica di inabissamento e la politica l’ha ignorata. Adesso gli Usa l’hanno messo fra le prime 10 organizzazioni trafficanti mondiali e le riservano un trattamento pari ad Al Qaeda.

Come può lo Stato contrastare tutto questo?

Con norme rigorose di trasparenza abolendo il meccanismo dei sub appalti, del massimo ribasso, cominciando a inserire il reato di autoriciclaggio e invertendo le scelte politiche fin qui fatte: se fai lo scudo fiscale permetti alla mafia di fare denaro pulito. Non bastano gli arresti, serve un intervento. Poi servono messaggi chiari: dopo Brancher e Scajola continuare a mantenere al governo una figura come quella di Cosentino, non porre la questione morale come una discriminante è un messaggio opposto. E anche il Pd è stato timido. Siamo di fronte alla normalità del sistema criminale che via via ha conquistato fette larghe di governo dell’economia, della finanza e della politica con una sovrapposizione sugli interessi pubblici. Siamo oltre i vecchi rapporti fra mafia e politica.

Invece la ‘ndrangheta come può reagire dopo l’operazione di oggi (ieri, Ndr)?
Diciamo innanzitutto che quanto fatto va a merito della magistratura che sta costruendo una volontà di contrasto seria, tanto che la ndrangheta ha iniziato a reagire con la bomba al tribunale di Reggio. E’ un salto di qualità dell’azione dello Stato e dobbiamo aspettarci una reazione. Se si aggiunge che sono saltati fuori elementi inquinanti dentro le istituzioni e le i carabinieri, le reazioni potrebbero essere’ di diverso tipo. E’ positivo che si sia arrivati a questo ma bisogna andare avanti. Un’ultima annotazione: tutti coloro che oggi sostengono la magistratura milanese e calabrese sappiano che queste indagini sono state possibili grazie a uno strumento prezioso come le intercettazioni telefoniche e ambientali: non ci sono pentiti, ci sono coinvolti funzionari, parlamentari e lo sveliamo grazie alle intercettazioni. Ecco, quelli che oggi esultano abbiano il coraggio di votare contro quella legge. 



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