sabato 23 aprile 2011

La casta di Bormio: cimici e parcheggi

Nell'inchiesta sui Mondiali 2005 finisce anche la piazza V Alpini

L'opera della giunta Tradati 400 posti auto da 12 milioni

Valore e dimensioni del progetto finito anch'esso sotto inchiesta

Il responsabile dell'ufficio tecnico: «Sono sereno, il mio operato è trasparente»
 

Sono 400 posti auto nel cuore del centro storico di Bormio, in piazza V Alpini, ed un investimento di circa 12 milioni di euro.
È questo il cuore di un altro intervento finito nel mirino dell'inchiesta in corso in Alta Valle sulle opere Mondiali 2005 e sull'impresa Bracchi srl. Anche questa ditta, infatti, fa parte dell'Ati, all'associazione temporanea d'imprese che ha consegnato la propria offerta per la realizzazione dell'opera, procedura la cui istruttoria è ancora in corso da parte dell'ufficio tecnico comunale di Bormio.
Obiettivo dell'opera è la realizzazione, attraverso un project financing, di un manufatto edilizio multipiano ad uso autorimessa e servizi annessi per la sosta a rotazione mediante tariffa a pagamento da concordarsi con l'amministrazione comunale e la realizzazione di un adeguato numero di box in vendita in diritto di superficie con preferenza di assegnazione ai residenti.
Le attività previste nel bando - scaduto il 19 luglio scorso, un mese e mezzo dopo la caduta dell'amministrazione Tradati - sono la progettazione, la costruzione e la gestione di una nuova autorimessa interrata in piazza V Alpini. Il valore economico dell'intervento è stimato 12 milioni di euro ed i posti auto previsti a rotazione ? a detta del bando - potranno essere tenuti in gestione dal concessionario per un periodo massimo di trenta anni e poi ceduti senza oneri al Comune.
Dando uno sguardo allo studio di fattibilità di quest'importante opera pubblica, l'obiettivo perseguito dall'allora amministrazione Tradati, che aveva caldeggiato e portato avanti il progetto era quello di giungere, con il concorso di privati, al restyling dell'immagine della piazza V Alpini restituendo tale spazio pubblico a una migliore fruizione per il cittadino ed al contempo incrementando e migliorando il sistema della sosta a rotazione a servizio del centro città. Il fabbricato dovrà ospitare almeno 400 posti auto dei quali 180 per la sosta a rotazione di proprietà del comune: i restanti potranno essere venduti in diritto di superficie. Previsti 100 metri quadri di servizi e non meno del 35% della superficie dell'attuale giardino pubblico dovrà essere sistemato a verde fruibile. Un intervento, però, che sin dalla sua origine aveva dato adito a preoccupazioni, rimostranze - in primis delle associazioni ambientaliste per la tutela del giardino alberato presente sulla piazza - e che era divenuto pure protagonista di un referendum. Nel giugno del 2007, infatti, l'allora primo cittadino Elisabetta Ferro Tradati, prima di proseguire nell'iter, aveva indetto una consultazione popolare dato il gran parlare che l'opera aveva scatenato e dal momento che si trattava - come lei stessa aveva tenuto a precisare in più di un'occasione - di un'opera epocale, che avrebbe potuto cambiare definitivamente faccia alla viabilità ed all'assetto del centro storico. Alla fine i risultati le diedero ragione dal momento che 900 bormini, cioè il 64,7% dei votanti, avevano detto sì alla realizzazione del parcheggio interrato al di sotto di piazza V Alpini; su 3321 aventi diritto di voto, cioè cittadini maggiorenni residenti a Bormio, 1409 le schede che erano state depositate nell'urna. Di queste 900 approvavano l'idea di un parcheggio interrato, un parere netto al quale è seguita la pubblicazione del bando; attualmente due le offerte presentate che sono ancora al vaglio dell'apposita commissione all'uopo predisposta.
La Procura piazza cimici,  la Polizia le trova
 
Tutto è nato da un'esigenza di comunicazione. Una società che eroga l'adsl via ponti radio (e che a Bormio ha più di un ripetitore), nel mese di gennaio ha registrato una fastidiosa interferenza tanto che si è reso necessario disattivare il servizio per un giorno e attivare la Polizia Postale che - giunta nella Magnifica terra - si è messa a ricercare il segnale birichino.
Nel giro di poco è stato localizzato il punto esatto da cui proveniva il "disturbo": il municipio di Bormio.
E così gli agenti della Polizia Postale- alla presenza di una decina tra dipendenti e vigili urbani del Comune - si sono messi a perlustrare gli uffici alla ricerca del "trasmettitore". E alla fine l'hanno trovato: si trattava di una "cimice" piazzata sopra la scrivania di un dipendente comunale - il capufficio tecnico Giuseppe Robustellini, oggi indagato per l'inchiesta Mondiali 2005 - e di una video camera nascosta sempre nell'open space in cui lavorano in tutto quattro dipendenti.
Facile immaginare la faccia degli agenti che si sono immediatamente resi conto di aver rotto le uova nel paniere. Ma a chi? Alla procura? O a qualcun altro?
Per ora non è dato sapere. Si sa invece che all'indomani del rinvenimento, le due cimici - una solo audio, l'altra audio video - sono state portate dai carabinieri di Bormio i quali hanno dovuto prendere atto della denuncia del pubblico ufficiale e comunicare in Procura il "sequestro" effettuato in municipio a Bormio.
Delle due l'una: o quelle cimici le ha fatte piazzare il procuratore capo Fabio Napoleone nell'ambito di questa o di un'altra indagine comunque legata agli interventi urbanistici ed edilizi nel comune di Bormio, oppure - ipotesi ancora più inquietante, ma che va per la maggiore in paese - quelle ricetrasmittenti sarebbero state messe da chi - magari imprenditori - volevano assicurarsi informazioni utili per vincere gare d'appalto o per partecipare a bandi o ancora per carpire indiscrezioni sull'approvazione in itinere del Pgt.
Per noi vale la prima ipotesi. Ma se anche non fosse quella giusta resta il fatto che la vicenda delle "cimici" di Bormio ha messo più di una "pulce" nelle orecchie degli indagati.

Antonia Marsetti (da La Provincia di Sondrio del 21-04-2011)

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