sabato 21 agosto 2010

La casta padana: le mani in pasta

Non solo Spagnolatti e Passamonti, non solo Eventi Valtellinesi. L'inchiesta sul sistema di potere della destra in bassa valle va avanti anche per quanto riguarda gli appalti di Bema, quelli che coinvolgono l'onorevole Crosio, della Lega Nord, ed il suo scontro politico/appaltistico con Passamonti e Forza Italia. Ovviamente la Lega difende la sua innocenza, ma il segretario del Carroccio Zini ci tiene a precisare che in ogni caso il suo partito non centra nulla. Ovviamente le responsabilità penali le dovrà stabilire il giudice, intanto quelle politiche le ha già stabilite la Lega Nord: Crosio s'è fatto beccare, quindi è meglio lasciarlo al suo destino.

PRIMA DE TUC: I NOS (AMISS)

Professionisti ingaggiati verbalmente. Appalti affidati con gare che sarebbero state decise a tavolino (a Bema e a Morbegno) e pilotate grazie all’inserimentodi uomini di fiducianei posti chiave e nei momenti cruciali.
Politici pronti a taglieggiare liberi professionisti (Passamonti che esige il 40% dall’ingegnere e amico Giovanni Orietti) e a chiedere i più disparati piaceri a titolari di imprese edili (Jonny Crosio che fa assumere all’imprenditore Trivella il figlio di una colf di un noto esponente leghista). E ancora funzionari pubblici scaltri e senza scrupoli, o burattini manovrabili da potenti mani in pasta nella politica e nei poteri forti.
Quello che la procura definisce il "sistema Passamonti", ha preso origine da uno scontro titanico tra esponenti dell’epoca del Carroccio e di Forza Italia. Uno scontro politico che lascia sgomenti perché mette a nudo un "modus operandi" che potremmo riassumere parafrasando un noto slogan: «Prima de tucc i noss (amiss)».
Un sistema, che per onestà non solo di cronaca, non può essere ricondotto esclusivamente all’ex presidente della Comunità montana di Morbegno (ex sindaco di Bema, ex coordinatore di Forza Italia, ex uomo Aler). Se è vero che "il Passa" ha giocato il ruolo di dominus, è altrettanto vero che non ha fatto tutto da solo e questa vicenda giudiziaria il cui fascicolo (intestato "Crosio più altri") parte dal maxi intervento gestito dal piccolo Comune di Bema e travolge politici, funzionari, imprenditori e liberi professionisti da Bema a Morbegno, passando per Cercino. In tutto 40 indagati e tre appalti sotto la lente di ingrandimento: quello della strada di Bema, quello della hall del Polo fieristico da due milioni di euro (entrambi con fondi pubblici) e quello (privato) per la realizzazione del capannone di Cercino.

Strada di Bema

In principio, dunque, fu Bema, con la strada finanziata dalla Legge Valtellina (da 5.546.183,46 di euro) la cui realizzazione fu affidata dalla giunta regionale per il lotto A al comune di Bema e per il lotto B alla Provincia. Di quella gara d’appalto su queste colonne ci siamo occupati a più riprese (dieci indagati a vario titolo per corruzione e turbativa d’asta): Passamonti che parteggiava per la cordata Grolli-Quadrio, l’allora assessore provinciale alla viabilità Jonny Crosio (oggi deputato della Lega nord) vicino all’Accisa-Valena-Rebai in cui figurava l’amico Mauro Ferrario (ex segretario del Carroccio). Tra le due cordate, la Tmg Scavi di Guglielmo Trivella che si sarebbe "lavorato" sia l’ingegner Succetti che il segretario comunale Franco Gusmeroli (poi finito in carcere per la vicenda di Cercino).

L’incarico
-
Ciò che ancora non era dato sapere è che anche l’affidamento della progettazione fu dato... in via informale. Una conferma arriva da Sergio Orietti, l’ingegnere fratello di quel Giovanni che con le sue dichiarazioni ha inguaiato
e non poco il Passamonti. «Sono stato nominato progettista per la strada di Bema (lotto A e B) dallo stesso comune
(...) La nomina l’ho ricevuta "informalmente" dall’amministrazione provinciale di Sondrio e dal Comune di Bema, nomina avvenuta successivamente e ad integrazione degli incarichi già conferiti dal Comune a miofratello Giovanni... Era l’ottobre del 2005, erano presenti Silvano Passamonti, Jonny Crosio e l’attuale sindaco di Bema Giacomo Lanza e ci trovavamo presso il comune di Bema».
Per legge - trattandosi di un progetto con parcella superiore ai 200mila euro, e trattandosi di un lavoro che non rientrava tra quelli affidati in regime di emergenza post calamità – l’affidamento avrebbe dovuto seguire un iter ben diverso.

Il progetto

All’affidamento informale seguì, il 26 novembre del 2005, una delibera di giunta in favore dell’ingegnere Giovanni Orietti. Delibera che fu poi "volturata" - altro fatto strano - il 4 febbraio 2006 in favore dell’associazione temporanea di liberi professionisti costituita dall’Alfa Centauri Engineering srl, da Sergio Orietti, il geologo Claudio De Poli e il geometra Dario Stazzonelli. Aperta parentesi: l’associazione temporanea di professionisti si modificherà nel tempo (uscirà Sergio Orietti e lo Stazzonelli, entreranno Domenico e Giorgio Ambrosini) e alla fine il progetto esecutivo dei lavori sarà firmato da professionisti diversi da quelli che l’hanno redatto «con il rischio - scrivono i consulenti Bracchi e Guerriero, incaricati dalla Procura di analizzare l’appalto - di non poter attribuire la titolarità del progetto e delle corrispondenti responsabilità, anche in ordine patrimoniale e contabile». Chiusa parentesi

Ufficio «Rup»

Grida vendetta il fatto che nell’ufficio del Rup (responsabile unico del procedimento) fu nominato quell’Elio Mostacchi che non solo per gli inquirenti non aveva il benché minimo titolo per svolgere quell’incarico, ma era pure incompatibile perché proprietario del 95% delle quote dell’Alfa Centauri Engineering srl, vale a dire la società che
avrebbe dovuto realizzare il progetto. In una parola gli fu dato un incarico da 20mila euro per fare il controllore di se stesso.

La Lega e Forza Italia -

A Bema lo scontro fu anche politico, dicevamo. Passamonti non vuole che vincano l’appalto i leghisti. Crosio - per la procura - "sponsorizza" l’amico Ferrario e quando Bema mostra difficoltà nel far decollare il primo lotto della strada l’assessore provinciale lancia a Passamonti un messaggio politico forte, della serie «tu non sai fare il primo lotto - scrive il Gip nell’ordinanza - io invece (come Provincia) sono già pronto con il secondo, basta che tu dia l’input. Attento:se fallirai sul primo, se non darai l’input al secondo, risponderai per il tutto».
Ovvero, come dice Passamonti, Crosio minaccia un nuovo possibile attacco politico. «È uno scontro di interessi - conclude il Gip - ed è uno scontro di lotta politica, come riscontrabile dalle dichiarazioni di Passamonti che dice "la Lega voleva farmi fuori..." e i due (Passamonti e Crosio) trattano l’affare da padroni, la loro è una conduzione familistico-amicale, paternalistica ma autoritaria, comunque personalistica della cosa pubblica, svincolata dalla correttezza, dal formalismo, dalla severità e imparzialità che dovrebbe informare l’attività amministrativa, soprattutto laddove impegna rilevanti risorse economiche provenienti dalla contribuzione collettiva». Un sistema. Appunto. Messo a punto da pochi, condiviso da molti.

(La Provincia di Sondrio – 19 Agosto 2010)

Da Bema a Morbegno. Dalla realizzazione della strada che ancora oggi è sulla carta (scusate, ma a questo punto perché non prendere qui cinque milioni di euro della Legge Valtellina e dirottarli sulla statale 38?) alla ricostruzione della hall del Polo fieristico (un lavoro da 2,4 milioni di euro), il cui tetto crollò sotto il peso della neve dopo un'abbondante nevicata il 26 gennaio del 2006.

Due appalti pubblici, due inchieste.

Seconda puntata - dunque, oggi - di quel viaggio che stiamo compiendo dentro le due ordinanze emesse dal Gip Pietro della Pona nell'ambito della maxi indagine «Crosio più altri» che si divide in più tronconi: Bema - appunto -, le cui indagini si sono concluse con 10 indagati (le principali ipotesi di reato sono corruzione e turbativa d'asta); e Morbegno, le cui indagini da parte della Guardia di Finanza sono ancora in corso.

I soliti noti -

Gli "interpreti" sono diversi, molti di loro però li abbiamo già incrociati sull'inchiesta su Bema: amministratori dell'epoca, dipendenti pubblici, impresari edili, liberi professionisti che gravitavano nell'orbita di Forza Italia o in quella di Passamonti.
Ecco i principali nomi: Luca Spagnolatti - che non ha bisogno di presentazioni -, l'architetto Giuseppe Succetti, capo dell'ufficio tecnico della comunità montana di Morbegno (indagato anche per Bema) incaricato da Salvatore Marra (arrestato per Morbegno) di fare da segretario nella procedura di gara, l'azzurro Flavio Valesini, vice presidente assessore in Cm a Sondrio (quando lo era anche Luca Spagnolatti) chiamato a far parte della commissione di gara per l'appalto; e naturalmente il vertice dell'allora ente montano. Poi ci sono altri nomi che confermano ulteriormente l'area politica in cui la vicenda è inquadrata: Giovanni Orietti, l'ingegnere-amico di Passamonti che oggi è tra i suoi principali accusatori (afferma di essere stato costretto a riconoscere il 40% delle sue parcelle a Passamonti) che fu nominato collaudatore del Polo ed Elio Della Patrona, nella veste di direttore dei lavori, ex coordinatore sondriese di Fi (e consigliere comunale) con cui Passamonti forse aveva pure un debito, visto che Orietti afferma di avergli soffiato un incarico professionale a Sondalo grazie all'intervento del bemino.

Gli indagati

Ed ecco gli indagati per turbativa d'asta (reato commesso tra il 29 dicembre del 2006 e il 22 febbraio del 2007): Silvano Passamonti, Luca Spagnolatti (in veste di manager di Eventi Valtellinesi, a cui non mai stato contestato nulla fino ad ora per quest'ipotesi di reato), Giacomino Rebuzzi (fu vice presidente di Cm e sostituì Passamonti durante i mesi della sua sospensione decretata dal Tribunale per l'indagine su Bema), Valter Sterlocchi, Marcello De Pianto, Donato Spini, Gianni Bertolini. Non risultano indagate le imprese che parteciparono all'appalto e cioè: la Zecca-Quadrio, che si aggiudicò i lavori anche per Bema (e anche in quel caso non fu mai raggiunta da avviso di garanzia) e la Sandrini Fumagalli che - secondo l'accusa fu penalizzata dall'andamento della gara d'appalto.

Accusa e difesa

La tesi sostenuta dal Pm Stefano Latorre e dal procuratore capo Fabio Napoleone è nota: la Cm diede un incarico ad Eventi Valtellinesi («assolutamente priva di mezzi tecnici e personale adeguato allo scopo») per gestire quell'appalto da quasi due milioni di euro solo per poter bypassare le procedure standard degli appalti e così Passamonti e Spagnolatti (nominato responsabile unico del procedimento senza averne i titoli e dietro lauto compenso) hanno potuto pilotare la gara d'appalto.
La difesa sostiene invece che l'affidamento della giunta ad Eventi non solo era suffragato da parere legale (si pronunciò un docente di diritto amministrativo), ma era motivato dal carattere d'urgenza: in ballo c'era la fiera del Bitto nell'anno del Centenario e si trattava di ricostruire al più presto la hall del Polo (ma la procura insiste: il tetto è crollato nel gennaio del 2006, la fiera era in programma nell'ottobre del 2007).

L'appalto

«Passamonti e Spagnolatti - recita l'ordinanza del Gip che riportiamo testualmente - fecero pressione sulla commissione di gara affinché essa pur avendo rilevato l'esistenza di un vizio grave e non sanabile nelle due offerte pervenute (per l'assenza in entrambe le offerte di un progetto esecutivo) non annullasse la gara e approvasse egualmente la graduatoria. I due consentirono poi solo ad un rappresentante della cordata Zecca-Quadrio di fornire ulteriori chiarimenti dinnanzi alla commissione sul proprio progetto e per questo motivo tale impresa otteneva alla fine due punti in più (per il merito tecnico del progetto) rispetto alla concorrente Sandrini-Fumagalli. Spagnolatti infine, ometteva di informare la commissione che la Zecca-Quadrio aveva presentato un ulteriore aumento della offerta pari a 115.408,32 euro (aumento che se conosciuto dalla commissione avrebbe comportato la vittoria dell'impresa concorrente Sandrini-Fumagalli) ed inoltre sempre Spagnolatti inserì indebitamente come allegato "A" al verbale di gara tale ulteriore offerta al fine di far credere falsamente che la commissione ne avesse avuto contezza e ciò al solo fine di favorire indebitamente la Zecca-Quadrio nell'aggiudicazione della gara».
Ci sarebbero da scrivere pagine e pagine se si volesse entrare nel dettaglio e riferire delle accurate indagini svolte dalla Gdf e nella consulenza tecnica che ne è scaturita (Bracchi-Cassarino): il rischio è quello di perdere di vista il quadro generale.

Il giallo della delibera

L'affidamento della gestione dell'appalto a Eventi avvenne con la delibera di Cm numero 427 del 29 dicembre del 2006. Era quello l'ultimo giorno di lavori del consiglio direttivo. Nella pagina del registro di protocollo sono presenti tre spazi in bianco di registrazione e quindi - è la conclusione a cui è arrivato il Pm - quella delibera potrebbe essere stata aggiunta in un'epoca successiva alla data attribuita. Ma c'è di più. Ed è "gola profonda", l'assessore che con le sue dichiarazioni ha contribuito a rafforzare la tesi dell'accusa. Oggi sappiamo chi è: Valter Sterlocchi che - sentito dal Pm - ha prodotto documentazione ritenuta interessante che dimostrerebbe come questo ed altri argomenti non furono discussi durante la riunione di giunta in cui - tra l'altro - non figuravano neppure iscritti all'ordine del giorno e non potevano certo essere fatti rientrare - visto il considerevole impegno finanziario - nelle "varie ed eventuali" che solitamente si prevedono in ogni seduta.
Cosa vuole dire questo? Che la giunta della Cm di Morbegno discusse argomenti che non erano esattamente quelli poi pubblicati all'albo. «La difesa - afferma l'avvocato di Passamonti, Giammarco Brenelli - ha già rilevato che la delibera del 29 dicembre altro non è che la formalizzazione di tre delibere precedenti esplicitamente richiamate nel testo con tanto di numeri e date. Del resto tutti quanti i presenti e gli assenti hanno affermato al Pm che conoscevano perfettamente la sostanza della medesima tanto che alcuni di essi hanno pure proposto raccomandazioni - mi riferisco è a Stefano Boiani, il collaboratore all'epoca di Sterlocchi -. Inutile cercare farfalle sotto l'arco di Tito. Non c'è falso dove non c'è dolo».
Se però quella delibera non è mai stata votata, non c'è nulla da fare: è falsa. E si tratta di un nuovo reato che non mancherà di essere contestato
La Provincia di Sondrio 20 Agosto 2010

Antonia Marsetti

a.marsetti@laprovincia.it

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