sabato 26 marzo 2011

Massimo Rossi nuovo protavoce della Federazione della Sinistra

di Stefano Galieni

Ex sindaco di Grottammare, fondatore di Rifondazione Comunista

Il consiglio nazionale della Federazione della Sinistra ha eletto ieri il proprio nuovo portavoce. Massimo Rossi, fra i fondatori del Prc, per anni sindaco di Grottammare, poi presidente della Provincia di Ascoli Piceno e, nelle ultime elezioni regionali, capofila di una esperienza riuscita, quella di un lavoro di riunificazione della sinistra d'alternativa, comprendente tanto la Federazione quanto Sel, e che ha ottenuto nelle Marche un validissimo risultato, oltre il 7% dei consensi. Il portavoce uscente Oliviero Diliberto, nella relazione introduttiva, oltre che proporre il nome per il nuovo portavoce, ha voluto anche ricostruire la fase critica che ha portato a tale scelta, enunciando le ragioni per le quali il proprio partito, il PdCI, aveva chiesto la disponibilità di Rifondazione ad indicare come candidato a tale ruolo una figura diversa dal proprio segretario. Diliberto ha segnalato la difficoltà che hanno attraversato il gruppo dirigente della Federazione, difficoltà che hanno portato il coordinamento ad esprimere a maggioranza e non all'unanimità la candidatura di Rossi a portavoce. Diliberto ha definito poi quelli che saranno gli impegni fondamentali per la federazione sin dai prossimi giorni, dalla campagna referendaria per l'acqua pubblica e contro il nucleare alle elezioni amministrative, dall'importanza di essere interni al movimento contro la guerra alle campagne sociali già definite per dare un tratto distintivo all'azione politica della Federazione. Tornando a quelle che sono le esigenze organizzative ha annunciato che il nuovo portavoce avrà come primo compito quello di aprire le consultazioni per definire il nuovo coordinamento e l'organizzazione complessiva del lavoro della Federazione e dei forum previsti dallo statuto. Massimo Rossi, nel ringraziare coloro che lo avevano proposto, ha voluto far presente quelle che sono le caratteristiche del suo agire. Una pratica fondata sulla collegialità e la condivisione che ne hanno fatto un esponente di "movimento" con la capacità dimostrata sul campo di saper anche svolgere compiti di governo senza accettare le modalità aziendaliste con cui spesso si amministra anche nel centro sinistra. Quindi attenzione costante alle questioni sociali, ai beni comuni, ai valori di inclusione, all'ambiente, al lavoro inteso come diritto, alla giustizia e alla partecipazione. Si è presentato come spesso già ha avuto modo di fare, come un "signor Rossi" della politica che non si allontana dalla vita reale. Nell'accettare la proposta ha, però, espressamente, anche nelle repliche, chiesto sostegno e collaborazione a tutte e a tutti, non avendo nelle corde certe logiche leaderistiche che tanto impazzano non solo a destra e non solo in Italia. A nome della componente "Socialismo 2000" Giovanni Vigilante ha annunciato la non partecipazione al voto esprimendo forte preoccupazione per lo stato della Federazione:«Abbiamo difficoltà a stare sui temi e a produrre iniziativa politica - ha affermato - C'è una società in fermento ma manca un soggetto politico di riferimento. Non partecipiamo al voto non per problemi rispetto alla proposta avanzata sul portavoce in sé ma perché riteniamo necessario che la Federazione diventi un soggetto politico più organizzato, capace di fare un salto di qualità. Il nostro è un allarme che lanciamo e insieme un atto di amore e di responsabilità verso la Federazione che non può essere governata a colpi di maggioranza. Dobbiamo superare insieme dinamiche interne autodistruttive e guardare avanti». Anche Gianpaolo Patta di "Lavoro e Solidarietà" - altra componente che non ha partecipato al voto -, ha espresso un giudizio critico sullo stato della Federazione e sul processo che ha portato all'individuazione di un portavoce, frutto di un accordo fra PdCi e Prc, senza che si sia prodotto intanto alcun processo di integrazione reale nella Federazione. «Ora abbiamo un portavoce eletto a maggioranza e un coordinamento che si riduce a momento di confronto, quando è invece necessaria una maggiore integrazione del lavoro della Federazione». Si sono poi alternati interventi che insieme alla preoccupazione per lo stato della Federazione offrivano spunti e proposte di lavoro politico: Alfio Nicotra ha chiesto al Consiglio l'adesione della FdS alla manifestazione contro la guerra che si terrà il 2 aprile a Roma, Ramon Mantovani ha richiamato ai punti di unità che ci sono nella linea politica della Fds, Vittorio Agnoletto, parlando anche a nome di Ciro Pesacane e Rita Lavaggi, ha posto l'accento su quanto la FdS risulti poco attrattiva nei movimenti e poco percepita come tale, ma ha considerato un passo positivo la scelta di Rossi come portavoce. D'accordo Salinari, Zuccherini e Sodano, anche quest'ultimo ha posto l'accento sulle difficoltà del processo federativo, critica Anita Sonego, per il fatto che Rossi non si sia espresso nel suo intervento in merito alla contraddizione uomo/donna, mentre Sonia Previato, pur apprezzando l'intervento del candidato ha annunciato il proprio voto contrario in ragione del veto posto in precedenza dal PdCI, alla candidatura del segretario di Rifondazione. Molto ripreso l'intervento di Giovanni Russo Spena che ritiene importante avere un portavoce proveniente dai territori e dai movimenti, schierato da sempre e riconoscibile in alcune grandi battaglie sociali, mentre Jacopo Renda, ha lamentato l'assenza nel dibattito che si andava svolgendo di uno dei temi chiavi, il lavoro e lo sciopero generale indetto dalla Cgil per il 6 maggio. Il portavoce è stato eletto con 44 voti a favore, 2 contrari e 1 astenuto. Paolo Ferrero ha concluso i lavori, non volendo nascondere gli elementi di problematicità ma provando a compiere una operazione di ricomposizione basata su elementi essenziali. Visto che si tratta di una crisi interna ai gruppi dirigenti ne va delimitata la portata, per questo ha ringraziato i compagni e le compagne di "Socialismo 2000" e di "Lavoro e Solidarietà" hanno espresso legittimamente il proprio dissenso non partecipando al voto. Un voto contrario non avrebbe permesso il superamento dell'"empasse". In seconda istanza ha ragionato attorno alla scarsa efficacia, finora dimostrata dalla Federazione, nel lavoro politico. Per Ferrero, la costruzione di un solo partito sarebbe la risposta sbagliata ad un problema serio che va risolto rendendo operativa la Federazione. «La linea politica è condivisa - ha concluso - Proponiamo un fronte democratico per difendere la democrazia ma, a differenza di Sel, lo facciamo in piena autonomia dal centrosinistra, come si vede nelle elezioni amministrative a Napoli a Salerno piuttosto che a Torino. Viviamo una crisi sociale che genera impotenza e che porta a cercare una risposta di carattere messianico. Vendola offre questa risposta e oggi vince perché afferma di poter vincere le primarie, e poi andare al governo. Noi crediamo che questa scelta sia sbagliata perché l'idea di andare al governo con un Pd che appoggia la guerra e Marchionne è un errore clamoroso». Nelle prossime settimane il consiglio verrà riconvocato; nel frattempo partiranno, con i pochi mezzi a disposizione, le campagne sociali e referendarie di cui la Federazione vuole essere protagonista.

FONTE: Liberazione, 26/03/2011

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