lunedì 22 marzo 2010

Espelliamo le mafie e la politica collusa dalla Lombardia.

Sabato prossimo a Milano ci sarà anche Paolo Ferrero, portavoce nazionale della Federazione della sinistra e segretario di Rifondazione comunista, al corteo promosso in occasione della quindicesima giornata in ricordo delle vittime delle mafie dall’associazione Libera di don Ciotti.

Insieme a lui il segretario regionale del Prc, Ugo Boghetta, che in una dichiarazione sottolinea la novità e il valore della scelta di organizzare la manifestazione proprio nella capitale della Lombardia e del Nord Italia.

“E’ importante che il corteo di sabato accolga il più ampio schieramento di forze politiche e istituzionali. I familiari e gli ambienti delle vittime devono sentire il massimo sostegno, la popolazione deve capire la gravità del problema rappresentato dalla criminalità organizzata sul nostro territorio. Basti ricordare che Milano è prima in Italia per il traffico di cocaina, e che in Lombardia alle mafie sono stati confiscati 655 beni e 164 aziende.

La crescente potenza economica, il radicarsi di ‘ndrine e famiglie, che negli ultimi anni esercitano il controllo su attività e pezzi di territorio, non sono certo privi di conseguenze sulla politica e, in fin dei conti, sulla libertà democratica nella nostra regione. E perché il corteo di sabato serva a moltiplicare l’impegno contro la criminalità organizzata per 365 giorni all’anno, dobbiamo anche dire che l’asse Pdl-Lega, da troppo tempo al governo di Milano e della Lombardia, ha gravemente sottovalutato il fenomeno sul piano politico e civile. Guai ad accostare la mafia alla “Padania” o alla Lombardia delle “eccellenze”, delle privatizzazioni e delle grandi opere formigoniane.

Abbiamo denunciato per tempo come stanno davvero le cose, anche con il dossier “Mafie del Nord – Criminalità organizzata, affari e politica nella Lombardia delle destre”, edito da Punto Rosso nel 2007. Ma, tra le forze politiche, nessuno ha ritenuto conveniente affiancarci nella nostra campagna. Meglio prendersela con gli immigrati e i baraccati, che non votano e non portano in dote grandi capitali sporchi da distribuire agli amici e da riciclare negli affari.

Inutile girarci in giro: l’esercizio prolungato e ininterrotto del potere da parte delle stesse persone e famiglie politico-affaristiche, la condiscendenza e gli inciuci offerti dal Pd, hanno incoraggiato l’insediarsi del malaffare in Lombardia. Ora, alla vigilia del grande banchetto di Expo 2015, abbiamo ragione di essere ancora più preoccupati, mentre si moltiplicano le notizie sugli intrecci tra affari, mafie e politica, che ormai toccano persino assessori provinciali e regionali del Pdl.

Per quanto ci riguarda, crediamo sia venuto il momento di una grande reazione popolare e politica contro il malaffare e contro il cancro mafioso. Le forze politiche e le istituzioni non credano di avere la coscienza in pace partecipando a un corteo. Si mettano invece in soffitta le miserie propagandistiche del securitarismo e della xenofobia, per avviare – prima che sia troppo tardi – una campagna di legalità e di sensibilità antimafia. Gli sgomberi e le espulsioni facciamoli contro mafiosi, politici e amministratori collusi.

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